Pagine

domenica 20 novembre 2011

Calendario al Campari


Lentamente tutta quella pelle nuda scompare nei vestiti. Il culo in quelle mutande color bronzo, le gambe e i piedi senza smalto nei collant color moka, il reggiseno di bronzo viene allacciato a rovescio, poi le coppe passano davanti, poi le braccia si infilano nelle bretelline e il bianco della pelle diventa sempre meno, sempre meno. La lana avvolge tutto, gli stivali rendono seducente quei dieci centimetri di collant e la donna è vestita, è urbana, è civile, è decente.

E’ la madre separata che raggiunge la sorella e il parentado per il compleanno della nonna. E’ la donna che si scioglie nelle rumorose chiacchiere della domenica nebbiosa chiusi in casa a parlare del nulla, ma rumorosamente. E’ la donna dei baci con la bocca storta che “sennò ti sporco di rossetto”, è la donna che “stai seduta faccio io, faccio io” è la Giulia delle opinioni moderate che fanno tanto buonsenso.

E’ mattina. E’ domenica mattina.
Ed il cellulare alle dieci e mezza le suona, perché “a che ora arrivi che stai dietro tu all’arrosto che io mi faccio la doccia” della sorella Isa. Che è anche lei donna di buonsenso anche se, pare, non disdegni affatto qualche galoppatina clandestina e disimpegnata. Ma tanto che importa? Galoppassero anche tutti i giorni, che importa? Sanno fare casa.
E non è poco, no.

Ci baciamo sulla porta, io sono nudo, lei ride e dice “e se passa qualcuno?” e io dico “cazzomenefrega” e ride più forte piegando la testa all’indietro, ma tenendomi il viso e poi va in un “ti chiamo” e lo farà, non c’è dubbio, siamo amici.

E mi perdo, nudo con un Campari in mano, a guardare il calendario, contando che alla Vigilia di Natale mancano trentaquattro giorni.
Passerà anche quello, sì.
Non sono cose importanti.

Nessun commento:

Posta un commento