Da
stanotte ricomincia la solfa della neve.
Meraviglioso.
Non per questo mi scoraggerò e non andrò al Flamingo di Zampognazza,
sorto sulle ceneri di quella discotecona, l'Odissea.Che non c'abbiam paura di niente qua.
Che bisogna venirne a capo con 'sta Giuliana, che o ben che
si comincia, o ben che si finisce, che la vita l’è corta e piena di merda, come
la scala di un pollaio.
Per cui missione esplorativa.
Se dovesse andar di picche, ad ogni modo, già che son di strada potrei
trascinarmi alla Baitina a vedere se mi ingroppo una bella panteganona sui
sessantacinque/settanta, una di quelle maialone con la guaina contenitiva zuppa
di sudore acre dal ballo e la messimpiega
azzurrina che mi fanno tirar la minchia come un rimorchiatore sovietico. Una di
quelle che si cava la dentiera e ti tira un bocchinazzo da segno della croce,
di quelli che ti tiene la cappella bella stretta tra le gengive che ti sembra
di inculare una capretta tibetana da quanto stringe.
Ah che contento che sono che mi si sta aprendo il giovedì sera, che se
era la bella stagione mi mettevo il completino lilla, giacca coi reversss lucidi e il pantalone a zampa d’elefante,
con la scarpa a punta rossa e la camicia di raso nera come Tazy Manerbola.
Me le voglio chiavare tutte ‘ste rizdorone con la figona cannibale che
se spegni la musica senti un mastichio come se si fosse dentro a un allevamento
di bachi da seta che macinano foglie di gelso.
Adesso ci do un colpo di telefono a Tony Corallo, magari ci si beve un
Lambruschino assieme. Mo zident.
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