Pensavo
alla Ade, ieri sera.
La
Ade è il peggio del peggio del peggio, però con me è stata una persona speciale
in molti momenti.
Il
suo essere speciale aveva una durata temporanea, spesso brevissima, però nel
periodo orribile che ho trascorso la Ade si tramutava in un effetto pari a
quello che può provare uno che vive in una caverna buia e che, d’un tratto, può
accendere un razzo di segnalazione da barca: luce immensa, anche se breve.
E
poi era esteticamente ed artisticamente un talento.
Sapeva
donarmi delle icone visive di assoluto erotismo comunicativo. Peccato non aver
potuto pubblicare delle foto scattate nella normalità dei nostri incontri.
Avrei prodotto dei capolavori alla Fox Harvard.
Una
cosa speciale e irripetibile, ad esempio, era il suo arrivo nella mia merdosa
topaia dopo che aveva litigato con Ruggero. C’era tutta una liturgia, nei gesti
e nelle parole.
Entrava,
io ero spalmato sul divano avvolto nella copertina che guardavo la televisione,
lei era immusonita, si toglieva tutto quello che aveva addosso, ma dalla cinta
in giù.
E
così, con maglione, felpa o qualsiasi altra cosa avesse addosso, ma nuda dal
culo ai piedi, raggiungeva il frigo e andava a recuperarsi una birra.
E
scoreggiava.
Perché
la Ade, quando era nervosa, era un mantice. Le prendeva la colite, si vede.
Una
punta di trash così perfetta da essere commovente: una donna stupenda,
esteticamente mozzafiato, che scivolava nella volgarità più becera, facendola
diventare attraente.
Una
perfezione surreale, evoluta, fuori schema, destabilizzante.
Con
la birra in mano, tenuta come la terrebbe un pappa albanese, veniva a svaccarsi
sul divano, a gambe aperte, bevendo e ruttando birra, ma non di rutti spinti e
ostentati, ma di rutti cupi interiori, quelli che sembrano ruggiti. E io
impazzivo per i suoi piedi stupendi, rari, magnifici. E le mie sinapsi godevano
della sua seminudità così volgare.
Poi
la spingevo a sfogarsi. E lì era un trionfo. Un trionfo di sudice icone,
bestemmie, crudi anatemi e sadici auspici. Lo sfogo la eccitava e la necessità
di scopare cornificando premeva.
Ed
erano scontri di forze ai limiti del vomito. Meravigliosi.
E
dopo tutto questo, diveniva tranquilla e materna. E con rara delicata levità
cercava di indagare su quale fosse il mio stato emotivo, i miei problemi
oggettivi e li risolveva.
“La
Ade mette a posto tutto” diceva.
Ed
è stato molto vero, molto.
Sin
dall’inizio, sin da quando era l’unica persona che vedevo all’ospedale. L’unica.
Per continuare dopo, quando è stata l’unica persona che mi ha aiutato a
sopravvivere, moralmente e materialmente.
Io
devo essere onesto e sincero e dico che se non ci fosse stata lei, la
vituperata infame Ade spietata, la troia Ade, la schifosa Ade, io oggi non
sarei ripartito.
La
Ade ha accelerato il transito nella zona di nessuno che chiunque è passato per
ciò che sono passato io ben conosce. Lei mi ha messo il turbo, sia coi suoi
aiuti, sia coinvolgendomi nei suoi terribili problemi che, pur non vedendomi
come potenziale risoluzione, hanno iniziato a costruirmi la coscienza di far
ancora parte di questo mondo.
Insomma,
lo so, vi è difficile credermi, ma io alla Ade sono estremamente grato.
E
in certi momenti, come stamattina, avrei una gran voglia di dirglielo. Di dirle
questo e di dirle che io ho la presunzione di essere quello che conosce tutta
la Ade che c’è.
Sì,
vorrei dirglielo. Vorrei dirle che le vorrò sempre bene, qualsiasi cosa
succeda.
Vorrei
dirglielo.
Se
solo rispondesse alle mie telefonate.
Ma
un giorno tornerà a farlo.
Perché
io lo so.
Io
la conosco.
La
Ade.
é strana la Ade, mi ricordo quando ti chiedeva da quanto tempo non mangiavi carne.
RispondiEliminaLa Domi, invece, a me non ha iniziato a non convincermi per come si è messa a farti da infermiera quando eri malato, trovavo nel suo comportamento qualcosa di forzato, di esagerato. Però è solo un'impressione mia recepita dal tuo scritto. Baci a Tutte GQ
PS -9 al Tazio Carnival Gang Bang
Mandale un fiore, vedrai che leggerà!
RispondiEliminaSe temi che lo frigga in pastella e se lo mangi, aggiungi confezione di cioccolatini, che non sbagli mai.
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