Riunione finita. Bene. Siamo zeppi.
Non posso portare un lavoro in più in produzione sino ai primi di
aprile. E’ una bella notizia. Bene.
Questi tre progetti coinvolgono anche Matt, la Greta e anche N. Bene.
Lo so, vi sento, state dicendo che un pompino con l’ingoio me lo
meriterei e sono pienamente d’accordo con voi.
Mi ha dato nuova linfa e autostima questa bella domenica testé
trascorsa. Ce ne fossero tante, dico io.
Bene.
Davvero molto bene.
Lavoriamo al midollo, siamo a prezzi da Albania, ma lavoriamo.
Bene.
L’ho già detto “bene”? Sì? Bene.
Ho colazionato di sotto, da Labarista, osservandole le flaccide ed ipnotiche
mammellacce sotto il dolcevita nero. La tetta morbida, rilassata, adagiata, ma
con forma, tremolante, appuntita mi attrae moltissimo.
Se tetta grossa deve essere che sia come quella della Labarista. Deve
essere una tetta che ti viene spontaneo chiamarla mammella. Non riesco a
indovinare che taglia porta. Lo chiederò al Costa in separata sede, è pur
sempre la sua fidanzata. Sua. E’ tutto un dire “sua”. Meglio dire “anche sua”.
La Bettina porta la quinta. Quinta, do you understand?
C’ha due tettone da Nobel.
Non sarebbero tettone di mio interesse, se non fossero appese al suo
petto.
Sono due elementi di complementarietà perfetti, insomma.
Ma la Bettina è un caso particolare. E’ una fuori serie. Un prototipo evolutissimo.
Bene.
Tra dodici giorni ci sarà la Porkfest e io sono entusiasta.
Dovrei anche dare uno squillino alla Nady, volendo far del bene. Qua
bisogna rimpinguare la porcilaia.
E giovedì, cascasse il mondo, piovessero lapilli, vado al Flamingo.
Magari balla senza calze coi sandaletti.
E’ ballo latino americano.
Ci si mettono le calze, nel latino americano?
Flamingo, olè.
..."non sarebbero tettone di mio interesse"? Tu vaneggi, fratello. Farò finta di non aver sentito in considerazione delle nefaste ricadute sulla tua fragile psiche dei recenti trascorsi sentimentali.
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