Bon
jour.
Stamattina
-13°C alle sei e dieci.
Fa
meno freddo, devo cercare le infradito.
Devo
ammetterlo. La telefonata della Domi di ieri ha diminuito il livello anestetico
che con tanta cura avevo provveduto a somministrarmi. Mi ha messo di un
malumore che mi innervosisce, perché io di mio, da Tazio, dovrei essere
soddisfatto, sereno. Il lavoro procede, siamo carichi al punto che ieri m’è
toccato di lavorare pure a me, che è una cosa inammissibile ed inaudita.
Ma
ci sono donne infami, bastarde, animate dallo spirito di un barbaro macellaio
che sinché l’ultima forma di vita persiste, continuano la loro azione di morte
e devastazione.
Ci
ho rimesso delle cifre importanti ad abbandonare il progetto Domiziopoli, ma
questo non viene apprezzato.
Ho
ricevuto mail allucinanti alle quali non ho dato risposta, ma mi sono
conformato alle accuse, soddisfando le richieste implicite alle medesime.
Mi
sono tolto dai coglioni come richiesto.
Ma
non basta.
Pare
sia intollerabile persino il mio ritiro e quindi, pur consci del mio malessere,
dopo aver consumato deprimenti copulette borghesi, dopo la doccia, dopo la
sigaretta e la tisana, ci si prende la briga di telefonarmi, di pungolare il
moribondo, per saggiarne lo stato di residua vitalità ed infliggergli un altro
colpo, ma non mortale, ma semplicemente un colpo che ne prolunghi l’agonia.
Devo
ammettere che quel malumore non passa e questo non posso perdonarlo a nessuno.
Quando
io sono di malumore, non sono come un qualsiasi altro umano.
A
me il malumore DEVE passare, perché io non sono in grado di reggerlo.
Deve.
Un giorno ti svegliare e piacevolmente stupito capirai che hai smesso di pensarci.
RispondiEliminaDi solito quello è il primo giorno della tua nuova vita.
k