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giovedì 9 febbraio 2012

Mamma Lorena


Ieri sera sono andato a farmi fare un pompino dalla Lorena.
La Lorena è una puttana storica che vive in un paese qui vicino. Tu le telefoni, al fisso, e se lei è occupata parte la segreteria telefonica che sembra il promo di quei film anni settanta come “Susy tettalunga” o “Le casalingue”. La Lorena c’ha cinquantatre, cinquantaquattro anni, è nostrana, ruspante, riceve a casa mentre il marito in soggiorno guarda la televisione che la senti anche tu.
Doveva essere bella da giovane, perché lo è ancora oggi, e devo dire che i segni sul viso la rendono di una bellezza nuova. Ci scopiamo assieme con N, ogni tanto, anche se N non mi caga più da un pezzetto.
Dovrò affrontare anche quella situazione.

Insomma, ieri sera era libera e ci sono andato.
Io adoro le situazioni moralmente sordide a casa delle puttane storiche.
Primo perché ti fa sul letto matrimoniale su cui dormirà dopo col marito e questo è sublime.
Secondo perché le puttane storiche sono un po’ datate e sono stanche. Stanche di quel mestiere. Ma hanno acquisito un tale talento che, seppur stanche, fanno istintivamente e sovrappensiero delle cose che certe sbarbate dovrebbero andare a scuola sei anni per guadagnare la metà della loro abilità.

La Lorena non si scompone, mai. Specie con me e con N.
Mi ha fatto entrare, sorridente, mi ha detto di seguirla. Era in pigiama sotto la vestaglia.
“Spogliati che mi faccio il bidè” mi dice con un’oscenità che è poesia.
E io mi sono spaparanzato nudo sul letto ed ho visto arrivare questa bella sposona dal culo generoso e un po’ cellulitico (che a me la cellulite mi fa rampazzare a cannone) completamente nuda, ma con le ciabatte di lana cotta ai piedi. Stupenda.

C’è una cosa che mi piace fare con la Lorena quando siamo io e lei.
Mi piace farle appoggiare le mani al muro, con le gambe larghe, come se dovesse essere perquisita.
Ed io, in un certo senso, la perquisisco.

“Che belle mani che c’hai Tazio, te sì che sai come si tocca una donna, sai?” mormora rapita.
“Ti piace?”
“Mi vengono i brividi, ma non è mica freddo veh… si sente che sei un pianista…” e sorride.
Perché la Lorena, da quando ha saputo che suono il pianoforte, si è innamorata dell’idea che io sia un pianista. Beh, mica male, mica mi dispiacerebbe esserlo.

Poi le ho leccato il culo e poi i piedi e poi le ho annusato le ciabatte.
E a quel punto avevo l’uccello pronto a essere scolpito da Michelangelo.
La Lorena asseconda e non commenta le mie perversioni depravate, perché sa che ne ho bisogno, anche se lei sarebbe più romantica, più da languide carezzine sozze, come la perquisizione in punta di dita.
E questo fa di lei una persona bella. Buona.

Le dico che vorrei che mi facesse solo un pompino. Che la Lorena fa dei pompini speciali.
Lei mi dice di sì e mi sussurra guardandomi “Te lo faccio senza che viene meglio”.
Di là sentivo Nuzzi e la droga a Perugia, mentre la Lorena attaccava l’arte sua, fatta di labbra a ventosa che non si staccano mai dal cazzo, nemmeno quando le resta un centimetro di cappella in bocca. Lenta, ma sublime. E mi sono lasciato andare guardando le forme stese della Giunone della bassa, tanta carne usata, con tante pieghe sensuali e quella bocca che mi ha mandato all’apogeo.

Com’è bello, però.
Giacere con una Signora Prostituta Vera, sino a venirle in bocca senza che lei si scomponga di un millimetro, con una tecnica che ha dello stupefacente: schiude appena le labbra sbavando lo sperma lungo l’asta, lasciando che coli discreto, senza smettere, senza fermarsi, se non prima di aver appreso dalle contrazioni che il cliente è completamente venuto. Alla fine lei è perfetta, non una goccia sulle labbra, non una in bocca e tu, gaudente perduto, ti ritrovi tutto colato sui coglioni, ma sei felice.
Ti fai ripulire, ti offre il bagno, ti sistemi e vai.
Indolore.
Rassicurante.
La Lorena è lì per me tutte le volte che voglio e non mi ripudierà mai.
Mai.
E tutto questo per del ridicolo danaro.
Sono cose senza prezzo.

3 commenti:

  1. oh! ma lo sai che (nonostante tutto) sei meraviglioso!? voglio anda' a scuola di pompini dalla Lorena, perché sì... non lo mollo mai co' 'sta bocca, ma lo sperma che scende sui coglioni mi sa di così godereccio, per me che ho l'usanza di ingoiare tutto e lasciarne un po' fuori le labbra per leccarlo come la salsa del kebab. sono convinta che è una delle arti che non si finisce mai di imparare, la nobile arte del pompino, o come lo vuoi chiamare. perché il cazzo è un viziatello, impara da giovane a trastullarsi... ma va in pensione prima. :D

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  2. A me il marito che guarda la tv fa un po' di tristezza.
    Lo so che è parte del fascino. Mi sa che sto invecchiando.

    B

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