Bonjour.
Posso dire? Siamo
andati sotto zero. Che cazzo di freddo del cazzo.
Ecco cosa manca qui: un termometro. Io non posso vivere senza un termometro.
E’ lunedì, lunedì dell’Angelo. Poco da dire o da fare, la festa con
oggi è finita.
Domani si comincia il test drive
vero e proprio, la gestione del quotidiano e dell’assenza.
Controllo il calendario sul telefonino, la situazione non è drammatica.
Questa settimana è monca, la prossima è completa, quell’altra c’è il 25 aprile,
quella successiva il primo maggio. Primo maggio, su coraggio. Che poi c’ho poco
da calendariare, mica la detto io la sua tabella di marcia.
Per tutta la giornata non abbiamo mai ripetuto la frase a due parole
della mattina.
Non abbiamo sviscerato nulla, non ci siamo spiegati nulla, non ci siamo
promessi nulla, non abbiamo dipinto nessun improbabile quadro “certo” del
domani, non ci siamo etichettati come un qualcosa di identificabile, non
abbiamo posto veti o estorto impegni solenni.
Perché ci si affanna sempre a impalcare un traliccio di contenimento a
cui impiccarsi, alzando da subito il livello delle aspettative e ponendosi sin
dall’inizio nell’eventualità di essere delusi dall’altro e/o da noi stessi?
Non credo che tutto questo sia necessario come molti vogliono far credere. E
crederci.
Qui di veramente necessario c’è solo una cosa: un termometro.
Nessun commento:
Posta un commento