Quasi all’una varchiamo la soglia di casa della Susy. Sono in balia del
Costa, non riesco a dirgli di no.
La missione si chiama “andiamoci
a darci un salutino e a berci quacchecosa e poi si va a nanna”.
Ma quando cazzo dorme questa?
Poi imparo il perché. La Sugna fa l’apertura domattina. Eh già. Sono
socie. Mi viene da vomitare.
Ci apre la porta in una mise che mi fa pentire di non avere con me la
macchina fotografica.
Pianelle di stoffa scozzese.
Felpa col cappuccio grigia su cui campeggia la scritta CHAMPION. Lo so
io che campionessa sei e di cosa.
E poi basta.
Culo nudo e gambe nude. Capelli appiccicaticci. Faccia da sonno.
“Stavo per farmi il bidè. Costa
fai gli onori di casa.” e scula suina verso il cesso.
Gli onori di casa. Onore. Una parola che sta a noi e a questa casa come
bontà sta ad Assad.
Sul divano, coperto da una coperta patchwork dissestata, giace un
vibratore bluette, di plastica.
Ecco spiegata l’esigenza del bidè.
Il Costa versa tre vodke, la Siusy arriva nella stessa mise di prima, ma con asciugamanino rosa
in mano.
Totale assenza di pudore.
Degrado totale.
Perfezione.
Puntando il piede destro si asciuga ancora una volta il culo, poi
depone l’asciugamanino sulla sedia accanto alla mia, ci siede sopra e solleva
il bicchiere.
Prosit.
Aria da sozzo lupanare.
Allungo una mano e le accarezzo la coscia nuda, fresca.
Apre le gambe senza smettere di parlare assonnata.
Accarezzo l’interno coscia, liscio.
Si abbandona sullo schienale, scivolando un po’ in avanti, favorendo
qualsiasi cosa abbia voglia di fare.
Cioè niente.
Niente può rendere più perfetto l’insieme.
Buona notte, io vado.
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