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mercoledì 11 aprile 2012

Cronache di un martedì sera qualunque


Bonjour.
Sono andato a fare colazione dalla pasticcera di lunedì dell’Angelo come mi ha suggerito la Squinzy. C’aveva ai piedi sempre le stesse infradito della Birkenstock. Al momento di pagare, che non c’era tanta gente, l’ho guardata in faccia ringraziandola dell’estate che mi ricorda, con quelle infradito. E poi ho aggiunto anche i complimenti per i bei piedi. Mi ha guardato con gli occhietti infossati, separati dal mondo da due fondi di bottiglia e ha accennato ad un sorriso gelido. Non ha capito un cazzo, credo. Recettiva come una sogliola congelata. Me la sono vista col gonnone mitteleuropeo sollevato e la passera pronta. Non ci sono stati movimenti tellurici nella tana del serpente. Però le scoperei i piedi e quel pensiero sì, che muove il sismografo.

Ieri sera, nel salotto verde, la donna bestia è stata educata dal marito. Era legata a novanta su una panchetta, con le gambe larghe. Il marito brandiva un gatto a nove code rosso, fatto di stringhe di cuoio. Le frustava il culo, dicendole che era una puttana. Aveva un visibile rigonfiamento nei pantaloni, il marito educatore. Me lo farei, è sensuale. Tutto attorno sedevano gli astanti, compresa la Signora Bionda col Signor Marito della Signora Bionda. Ho avvicinato la Milly, che assisteva anche lei, chiedendole se la mia ambasciata fosse giunta a destinazione. La Milly mi ha portato in corridoio e mi ha detto che sì, che l’ambasciata era giunta, ma che la Signora Bionda, pur essendo interessata ad una conoscenza privata (e la Milly sottolinea che conoscenza non vuol dire che non resiste dal farsi fottere da me) è impossibilitata a procedere in tale direzione, causa eccessiva possessività del Signor Marito.
Come si fa, chiedo alla Milly. Si aspetta, conclude lei.

Sapori antichi: il vibratore magic wand della Hitachi è ricomparso sulla scena. C’è poco da fare, la scomodità del filo elettrico è compensata dai strabilianti e unici effetti che produce. La donna bestia ne ha goduto alle urla per decine di volte, col suo bel culo striato di rosso. Il marito invitava gli astanti a brandeggiarlo sulle sue pudenda, forzandola a mille orgasmi. Giochetti, niente di serio. Bella coppia, comunque. Molto bella.

Alle ventitre e trenta il pubblico era davvero esiguo. Fine serata, c’è declino. C’è la crisi. Lo spread è a 405.

Grazie alla compiacenza organizzata di Milly mi sono trovato nudo sul suo letto con Alcyator e Rafaèl. Pochi spettatori, un lurido momento intimo. Che bei corpi, quei ragazzi. E che bei cazzi. Sono convinto che la voglia irresistibile di accoppiarmi con altri uomini non sia una vera e propria omosessualità emergente. E’, più che altro, vizio depravato, scusa B. Lo dico per non identificarmi con chi omosessuale lo è veramente e non merita di essere messo accanto a me. La loro dignità va separata dal vizio. La loro è impellente vita. La mia è solo sozzura.

Ho indossato l’anello nero alla base del cazzo e mi sono unito ai due manzi porno. Il nostro è stato un incularci molto poco femminile. Nessuna moina, solo piacere intenso. Rafaèl lo prende nel culo da me che gli sego il cazzo, mentre Alcyator glielo tronca in bocca. Che affascinante odore di maschi. Non puzza, ma erotico odore di cazzo e di pelle calda. La Signora Bionda probabilmente ora avrà qualche elemento in più per giudicarmi e considerare con maggiore attenzione l’ipotesi di conoscermi.

Alcyator mi incula con vigore mentre spompino Rafaèl. Rafaèl ce l’ha più grosso di Alcyator e la donna bestia lo sa bene. Era andata via però, peccato. Alcyator mi monta aderendo al mio corpo, cercando il cazzo che durissimo mi penzola tra le gambe, oscillante sotto i suoi colpi. Mi piace sentirmi sulla schiena quel toro, mi piace sentire il suoi muscoli, il suo respiro. Mi accarezza piegato su di me, leccandomi. Sbattendo forte. Ansimiamo rumorosamente fottendoci. Alcyator mi viene nel culo e avrei voluto che nel medesimo istante Rafaèl mi fosse venuto in gola, ma gli è voluto qualche minuto in più. Mi piace sentirmi schizzare in bocca. Mi piace il cazzo.

Poi assieme mi hanno divorato, spompinandomi sino a farmi schizzare. Mentre guardavo le facce del mio parterre eccitato. Al termine viene rotto il silenzio. Si alzano tutti, facendoci i complimenti. Ci complimentiamo tra noi, con una stretta di mano con incrocio del pollice e un abbraccio con pacca sulla spalla, da gladiatori. Sorridenti e sudati. Una sorella ci dà degli asciugamani. Saluti, buona notte, alla prossima. La Signora Bionda mi sorride salutandomi. Il Signor Marito no, se ne va velocemente.

Piove. E’ mercoledì. Fa freddo. C’è poca luce.
Bonjour.
Nei limiti oggettivi.

3 commenti:

  1. Quando qualcuno si scusa con me mi da sempre un brivido di piacere ;)
    ...ma Taz, perché ti sei scusato?...

    B

    P.S. : non ho capito perché la tua sia solo sozzura...a me leggendo questi post è venuta in mente la battuta di un film di Almodovar:"gli uomini vogliono questo. Grandi tette e una bella mazza". Che genio ;D

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  2. Ciao B, che piacere.
    Mi sono scusato perchè mi redarguisti in merito all'uso del termine depravazione.
    La mia è deliziosa e viziosa sozzura, un distillato inebriante, sì.

    Almodovar è un genio sì.
    Ti lecco ovunque.

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  3. Piacere mio ;)
    ...è sempre bello parlare con te.

    B

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