Ore sei, mi sveglio, tu dormi, mi alzo, vado in bagno, prendo
l’accappatoio, il dentifricio e lo spazzolino, scendo, esco, fa fresco, l’aria
sulla pelle, sono nudo, cammino scalzo sull’erba bagnata, mollo tutto sul legno
del bordo e poi mi lascio cadere nell’acqua gelata della piscina azzurra e mi
sento un sultano, un imperatore, un dio, e nuoto, due bracciate, esco con la
testa e sento il freddo, mi piace, mi si drizza l’uccello ed esco con la mia
spada sfoderata, apro l’acqua della doccia e mi lavo i denti sotto la cascata
di spilli gelati e penso a ieri sera.
Cri, cri, cri, cri, cri, cri, cri, è quasi mezzanotte e i grilli sono
impazziti, tu mangi e sei un fiume in piena, mi racconti, mi chiedi pareri, sei
entusiasta di tutto e ti ascolto, la tua voce mi riempie e mi dà un senso
all’esistere, ti verso un bicchiere di vino, che buono che è Taz, continua
Chiaretta, voglio che parli, che mi dici, che mi usi per prendere le misure
delle cose, perché io ti amo e lo sai, quindi parla, racconta, mangiando, con
le gambe accavallate sotto la tavola, con quel piedino che pende sensuale, qui,
sotto il portico chic, in mezzo al nulla, cri, cri, cri, cri, cri, cri, cri,
sembra d’essere in ferie Taz, sì, hai ragione, cri, cri, cri, cri, cri, poi
sparo cazzate e tu ridi, squilli, saltelli sulla sedia inarcandoti come se
qualcuno t’avesse fatto il solletico, strizzi gli occhi, ti porti la manina
alla bocca, sbotti il riso ed i denti scintillano, la risata ti scoppia in
bocca come pop corn al caramello, poi quasi scivoli sulla tavola e mi prendi la
mano e mi dici che mai, mai, mai in vita tua sei stata tanto felice, energica,
positiva da non sentir la fatica, e di fatica ne hai fatta, che mai nessuno ti
ha tanto amata, mai tanto, mai così tanto, tanto di tutto, e ti stringo le dita
e ti dico che sono felice a dismisura, ti dico che il mio bilancio emotivo totale
di una vita è in attivo, grazie a te.
Cri, cri, cri, cri, cri, cri, cri, cri, domani dormi e poi fai un raid
a casa e recuperi roba estiva e non ti dico niente sul fatto che da sabato
notte comincerà a nevicare, perché è inutile guastare il tuo stato di grazia ed
anche il mio, cinguetti che mi prepari un pranzetto per quando ritorno e ti
chiedo come sarai al mio ritorno e con la faccia da porca sorridente mi
sussurri “tutta nuda” e mi piace quel
“tutta nuda”, mi piace assai e mi
alzo, ti giro con la sedia e ti apro le gambe e mi inginocchio e ti lecco la
fica mentre mi accarezzi i capelli e mugoli sorridente, a gambe spalancate
sotto l’accappatoio di sei taglie più grande di te, spingendo in fuori la fica
ispida e sciatta e io la adoro e ti adoro e spero che non passi mai questo
periodo di gioia totale e imbecille, perché solo quando si è gioiosamente
imbecilli si è veramente felici, solo quando si deve ragionare per poter
esprimere i motivi per cui si è felici lo si è veramente, solo quando si
sussulta di seduzione immotivata per un ombelico schiacciato si è veramente
felici e io sono felice, totalmente felice, felice di farti venire leccandoti rapito
la fica, entusiasta di sentirti dire che hai una voglia mannara, orgoglioso di
sentirti dire che hai voglia di fare la troia per farmi arrapare.
Cri, cri, cri, cri, cri, cri, cri, cri, ti addormenti serena e fuori la
notte è blu e calda e io resto steso a guardarti, adorante, cri, cri, cri, cri,
sei tornata e domani, cioè oggi, è venerdì e ci sarà il sole e ci sarai tu e ci
sarò io, con te, cri, cri, cri, cri.
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