Sono
oramai le due e io sono stanco, mi brucia un po’ la cappella e avrei voglia di
farmi una sega annusando i piedi di Haby. Invece devo chiamare a raccolta i
miei due neuroni e partorire delle idee utili a rinnovare la passione nei suoi
clienti abituali, ad invogliare i dormienti e ad accalappiarne dei nuovi.
E
allora se deve essere sia.
Le
faccio presente, innanzitutto, che la Casa va rinnovata e rinfrescata. Ci sono
pezzi di carta da parati scollati, la corsia rossa è lisa, il salotto verde
richiede di essere tappezzato con della pelle nuova. E lei mi dice che è già in
programma e di proseguire.
E
io proseguo.
Proseguo
e dico che l’unica via per aprire a nuovi, solleticare i dormienti e
riappassionare gli abituali è cominciare a dare delle feste. Feste a tema, ben
organizzate sia nella coreografia, sia nella promozione. Le faccio un esempio.
Pensiamo ad una festa mascherata. La maschera garantisce l’anonimato per i
nuovi ed è anche un grazioso giochetto alla Eyes Wide Shut per abituali e
dormienti. Ci vuole anche una cena a buffet, nella sala del tè. Ci vuole
musica, cameriere e camerieri sexy. Le stanze dovranno essere aperte tutte, non
come adesso che tre sono chiuse a chiave. Ci vorrebbe anche una cantante ed un
pianista. Ci vuole un dress code: gentiluomini in tuxedo obbligatorio e dame in
trasparenze obbligatorie, ad esempio.
Poi
da cosa nasce cosa. Si attrezza una stanza discreta in cui i più esibizionisti
possano esprimersi.
E
lei deve essere mozzafiato, deve essere l’ospite perfetta, che gestisce e
pilota.
Le
feste sono, a mio avviso, il veicolo del cambiamento. E anche dello
svecchiamento. Perché l’età si sta sempre più alzando e il nemico numero uno
dei suoi libri sociali è la prostata.
I
temi possono essere diversi: mascherata, exotic and erotic, bdsm, veneziana con
le Musiciste che fanno Vivaldi, fantasy con dei bodypainter. In quel caso la
festa comincia a mezzanotte e dalle venti a mezzanotte tutti sotto a farsi
dipingere.
Io
mi occuperò di produrre degli inviti accattivanti, con una body copy ben
costruita ed immagini stimolanti. Porto lì due o tre modelle a cui aggiungiamo
Habana, che risulta imprescindibile. Lei è The Body, la Pantera, la Schiava.
Nudo con stile, con gusto. Erotismo. Decadenza. Le dico che anche lei dovrebbe
posare molto svestita per quei leaflet, perché deve personalizzare, perché la
Casa è Miss Milly.
E
alla fine sono esausto.
E
mi accendo una sigaretta attendendo l’ira funesta.
“Cena a buffet, camerieri,
rinnovamento, bodypainter, pulizie, soldi, soldi, soldi, soldi” dice
stanca “soldi e fatica da somari, perché
io le ho fatte le feste e lo so che sono distruttive. Però forse hai ragione, è
un modo per andarseli a prendere tutti”
“Parti con una cosa semplice, non
complicata. Parti e vedi che risposta dà questa novità. Lamentano tutti che
l’offerta è bassa.”
“Pezzi di merda”
“Sì, ok, ma se se ne vanno tu sei per
cartoni.”
“Bastardi”
Inginocchiata
per terra, Haby le massaggia i piedi mentre lei si massaggia la tempia
aspettando che l’Oki le faccia effetto. Segue una lunga pausa.
“In quanto tempo potrebbero essere
pronti gli inviti fighi?” mi chiede spossata.
“Mezza giornata per il servizio, un
giorno per l’impaginazione, tre giorni per la stampa. Di quanti inviti
parliamo?” chiedo.
“Un centinaio” mi
risponde senza esitazione.
“In una settimana hai tutto, li
facciamo in digitale”
“Con che tema partiresti?” mi chiede.
“Maschere. E’ il più elastico. E poi
potresti inviare le maschere a tutti, attaccate all’invito, sarebbe fico”
Sorride
fiacca e sussurra “carino”. Segue
pausa. Si accende la fetida Gauloise e emette il verdetto.
“Facciamo questo tentativo allora”
Facciamolo.
Quando
l’Imperatrice chiama, Tazio risponde.
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