Nudo, steso sulla dormeuse di Milly, a gambe aperte, bello comodo.
Osservo le due fiere armeggiare col mio uccellone scappellato. Poi Milly rompe
il tubetto verde, quello più grande, quello da uomo. Habana mi mette un
goccetto di gel sul buchino e Milly, con mano ferma, infila decisa lo strumento
e mi sento percorrere la verga dal tubicino di gomma lubrificato. E mi si
intosta il cazzo mentre osservo mani nere che sorreggono e mani bianche che
spingono dentro quell’interminabile tubetto. Sino a quando la cappella non
possiede una protuberanza verde che, d’improvviso, si mette a zampillare bionda
urina scrosciante che desta il sorriso esaltato di Milly e la schiusa seria
delle carnosissime labbra di Haby.
Zampillo giocondo nella caraffa, in quell’atmosfera surreale in cui
sono il decadente paziente assistito da due improbabili porno infermiere malate
di mente.
Svuoto la vescica e Milly comincia la manovra di recupero, mentre Haby
mi accarezza la cappella con la punta degli indici. Quando anche l’ultimo
millimetro è fuoriuscito e la mia uretra rimane aperta, Haby vi punta contro la
lingua dura, terminando con una succhiata che mi porta, definitivamente, ad essere
dritto come il pennone di una nave. Milly versa nel bicchiere, come da
tradizione. E come da tradizione, il primo sorso è mio. Poi passo il bicchiere
ad Habana, che ne beve due sorsate e lo ripassa a Milly, che lo termina,
leccandosi le labbra.
Com’è intimo questo delirio. Intimo e segreto. Milly mi dissuade dal
farne parola con chicchessia. Mentre Milly l’Imperatrice si prende cura dei
miei capezzoli, succhiandoli con vigore, Haby svita un nuovo tubetto e se lo
inserisce con un gemito lieve. E comincia a sgocciolare rumorosa nella caraffa.
Stiamo preparando una cuvée millesimata
sopraffina. Roba da intenditori raffinati. Un gemito di piacere termina il
versamento della cru d’ebano. E viene
l’ora della cru dell’Imperatrice. Che
si stacca dal mio petto e scivola a gambe aperte, spartendo le labbra tra il
pelo animale, affinché l’infermiera nera proceda all’inserzione. E l’Imperatrice
osserva l’armeggiare con la bocca aperta, piegata a lieve sorriso di
compiacimento. Aspira un po’ d’aria tra i denti socchiudendo gli occhi e poi
gocciola impetuosa.
“Vuoi assaggiarmi dalla fonte?”
mi sussurra laida l’Imperatrice ed io non rispondo, agendo. Mi chino su quel
cilindretto verde e lo prendo in bocca, bevendo il sugo caldo che mi cola in
gola. Esaltante. Poi dirigo nuovamente verso la caraffa, ed è il turno di Haby
che abbocca il cannello e ingoia a occhi chiusi.
Ed io godo, masturbandomi fiacco, pensando a quanto vorrei bere la
Riccetta londinese in questo momento.
Haby regge la caraffa attendendo lo svuotamento totale ed io appoggio
sul suo spacco del culo il cazzo duro, muovendolo avanti e indietro, mentre
Milly, rallentata, ammorbata, rammollita, si strizza le generose mammelle con
un sorriso laido.
E la cuvèe è pronta.
Paglierina, limpida, profumata.
Beviamo brindando a noi.
A noi travolti dalla follia collettiva.
Dolcissima.
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