Prendo una sedia ed ascolto la musica, staccandomi dai divani,
ponendomi in una posizione evidente rispetto al consesso che si fruga lascivo
nella penombra.
Delle tre Musiciste, la Violinista è sicuramente la più disinvolta
nell’esibirsi nuda. La Pianista quasi scompare dietro al suo strumento. Non ha,
onestamente, l’aspetto fisico adatto a questo tipo di performance. Non che sia
brutta, intendiamoci, anzi. Graziosa, piccoli seni, proporzionata. E’ il suo
aspetto comune che la rende forse inadatta. O forse l’assenza di sensualità,
non saprei. Qualcosa la rende piatta, ecco.
La Violoncellista, invece, pur avendo un bellissimo corpo ed un bellissimo
volto, è travolta dalla timidezza. O meglio: dalla riservatezza. Perché se
fosse timida non avrebbe accettato. Nessuna delle tre può essere timida, in
effetti.
La Violinista è, probabilmente, la meno estetica. Alta, magra. Capelli
neri corti, come è di moda adesso.
Un viso allungato, da cavalla. Il naso sgraziato, lungo. La bocca
leggermente prognata, gli occhietti piccoli e cattivi. Forse leggendo la
descrizione del suo viso potreste pensare che è brutta, ma invece vi assicuro
che l’insieme composto da quei singoli dettagli tacciabili di difetto, assume
un magnetismo sensuale molto intenso. Espressione cattiva e sensuale.
E’ magra, ossuta, bianchissima. Le si vedono le clavicole ed io sono
sedotto dalle clavicole. I suoi seni sono magnifici. Immaginate di mettere in
un sacchetto di plastica un meloncino. E poi adagiate il sacchetto sul vostro
petto. E pensate alla geometria delle forme. La piccola sfera perfetta che
sfuma nella linea tesa della pelle che sale inclinata lungo il petto per
fondersi alla base della clavicola pronunciata. Sulla piccola sfera, poi,
adagiate un capezzolo chiaro, perfettamente rotondo. Posizionatelo come se un
ago che lo trafiggesse nel forellino del latte, assumesse un inclinazione di
cinquanta gradi.
Posizione perfetta, rivolta verso l’alto.
Immaginate poi che, alla minima variazione termica, od alla minima
sensazione, quei capezzoli vadano stringendosi, ovalizzandosi, riducendo
enormemente la superficie dell’areola, strizzandosi in mille piegoline carnose
dalle quali si estroflettono sottili punte scure. Estetica pura.
Adoro, nel suo corpo, il bilanciamento tra le rotondità bianchissime
del sedere eroticamente generoso e la curva estroflessa della pancia. Curve che
rendono armonica la magrezza slanciata. Magra e lunga, ma col sedere carnoso e
la pancetta pronunciata.
E poi bellissime le gambe. Lunghe, magre. Per nulla muscolose, ma
naturalmente belle. Il pube piatto, solcato da una sottile riga di peli neri
che continuano la linea del solco della fica. Sotto l’ombelico un tatuaggio
circolare, grande, scuro, denso di segni. Nell’ombelico un diamante.
I piedi eleganti. Grandi. Dita ossute, snodate, unghie dall’impianto
quasi maschile, prive di smalto, tagliate giuste, né troppo corte, né
cresciute. Quando suona capita, talvolta, che muova le dita. Tendini tesi
corrono dalle dita al collo, magro, con venature appena visibili. Sensuali.
Attraenti.
La Violinista appartiene ad un tipo di donna che mi seduce. La bruttina sensuale. Sensualissima, vorrei
dire. Bruttina con parti del corpo stupende. Bruttina con cattiveria sensuale,
o sensualità cattiva. Mi piace.
La guardo in continuazione e lei mi guarda molto spesso.
Molto più spesso di chiunque altro.
Si sarà accorta abbondantemente che l’ho passata al microscopio.
Mi piace.
E le piaccio.
Lo so.
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