L'Oscuro Personaggio

Ieri sera l’Oscuro Personaggio mi ha avvicinato.

Molto cortese, dai modi eleganti, addirittura a tratti simpatico. Ha la evve moscia.

Mi ha avvicinato dicendomi che mi ha già visto, tempo fa, e che abbiamo un amico in comune. Gli chiedo chi sarebbe e lui mi sussurra il nome di Ruggero. E’ con lui che mi ha visto.

Considero tra me e me che Ruggi è come l’herpes.

Anche se non hai segni esteriori, continui ad averlo. Sì è proprio come l’herpes.

Fingo piacevole sorpresa e lui si presenta. Nome e cognome, proprio come le persone vere. E io faccio lo stesso. A quel punto mi applica una verruca grande come una scaloppina, raccontandomi come ha conosciuto Ruggero, dove si sono conosciuti, quanto sono amici. Sul perché sono amici non occorreva aggiungere una sillaba, ed infatti l’Oscuro non  l’ha aggiunta.

Per la proprietà transitiva, quindi, anche io oggi sono molto amico suo. Eh. Sono amico del Ruggi, eh.

E allora ci siamo fatti un bourbon assieme, sedendo in disparte nel salottino da tè.

E abbiamo chiacchierato all’infinito. Cioè, lui chiacchierava ed io ascoltavo le cose vaghe espresse in cripto politichese che lui mi raccontava. Poi a un tratto ho deciso di approfittare di così tanta solida amicizia.

“Senti” attacco con aria cospiratoria “considerata l’amicizia comune, mi permetto di approfittare di te per un’informazione” e lui si fa interessatissimo, ovviamente. Cospiro e parlo piano, siamo quasi parenti a quel punto.

“Ma certo, se posso certo” si affretta a dirmi quasi con ansia.

“So che è inutile sottolinearlo, ma ti richiederei la massima discrezione… tu capisci… “

“Tazio, ci mancherebbe, vai pure avanti”

“Bene. So che sei amico del Cornuto Renitente e della Signora Bionda, vi vedo spesso assieme”

“Sì, ci conosciamo da molto tempo”

“Ecco, benissimo. Mi spieghi, da uomo a uomo, cosa ci vengono a fare qui se lui è geloso alla dannazione e invece lei sembra…”

“Sembra?”

“Sembra potenzialmente interessata ai giochi che si tengono in queste sale, ma dissuasa dal parteciparvi, diciamo”

E lui sorride, incrociando le dita della mani, guardandosi intorno.

“Bastava dicessi ‘lei sembra zoccola’, Tazio, dai, tra di noi…” e ride. E rido per simpatia. E poi taccio, perché il quesito è posto, non occorre aggiungere altro. Mi guarda, sorseggia il bourbon e poi emette il verdetto sussurrato.

“Diciamo questo, Tazio: ci sono equilibri precari e delicati che un uomo come te potrebbe rompere con assoluta facilità. In quanto precari e in quanto equilibri, però, se io fossi in te non cercherei di romperli. Sarebbe un vincere troppo facile, su…  ammesso che tu non li abbia già rotti… li hai già rotti Tazio?” e mi fissa dietro ai suoi spessi occhiali leggermente fumè.

Per essere più sinistro di così avrebbe dovuto avere la mano di Freddie Krueger.

“Ma assolutamente no, Oscuro Personaggio, la mia era curiosità pura. Questo è un luogo di osservazione, ed io ho osservato. Non temere, non voglio creare nessun problema agli equilibri delicati.” rispondo falso come un sesterzio di plastica.

Sorride e mi osserva, senza dire una parola, gli occhietti piccoli dietro ai fondi di bottiglia. Lo sa che per i miopi le lenti possono anche essere sottilissime, oggi nel 1992? Forse no.

Precari equilibri delicati che io potrei rompere con facilità, ammesso che non li abbia già rotti.

Lei è zoccola e si fa fare da chiunque, ma lui non sa che pesci prendere per contrastarla. Io potrei certamente fotterla, ammesso che non l’abbia già fottuta (come l’ho fottuta e lui lo sa) ma non mi conviene, a meno che non mi punga la vaghezza di farmi ammazzare e seppellire in discarica.

Mi era sembrato di aver capito questo, tra le righe.

Ma forse sbaglio.