L’occasione
è perfetta per fare sfoggio del mio corpo nudo davanti alla Violinista.
L’occasione
è utile per mostrarle il Raro Pezzo di Cazzo che ho in mezzo alle gambe.
Io
e la Donna Bestia siamo totalmente nudi. E totalmente infoiati. Perché anche
lei percepisce la straordinarietà dell’occasione, la centralità della nostra
performance, che non è una delle tante, ma l’unica.
Anche
il Marito Bestia suda di più. Perché non c’è deroga o sconto o margine di
dubbio per nessuno: quella maiala ninfomane che succhia come un’idrovora il
cazzo a quel Tizio Tazio, è sua moglie.
Ed
è nuda. Pubblica. Troia.
Godo.
Godo ad accarezzare la schiena di pelle alla Donna Bestia Sozza china sulla mia
Minchia, impegnata a prenderne in bocca più che può, mentre mantengo fissi gli
occhi negli occhi della Violinista.
Ne
sono certo, è eccitata. E io godo a farmi fare un pompino, nudo e bellissimo,
guardandole senza pietà le parti del corpo che mi eccitano.
Come
sbocchina la Donna, è bravissima. Le accarezzo l’inizio del solco delle natiche
e poi scivolo giù, cercandole l’ano polposo e la Violinista segue con gli occhi
dove scivola la mia mano.
E
sento che, per un riflesso di condivisione fraterna, la Donna cerca il mio, di
ano.
Mia
cara Violinista, avrebbero dovuto avvisarti. Avrebbero dovuto dirti che, se
nelle tue fantasie erotiche alberga qualche situazione simile a quella che stai
osservando nella realtà, questo lavoro avrebbe avuto degli effetti collaterali.
Perché la Casa scatena il morbo che alcuni mantengono latente e privo di
effetti concreti per anni. Tanto da credere di non esserne affetti. Ma poi
basta respirare quell’aria, quella lascivia, quella magnetica sporcizia morale
per sentire i primi sintomi, se si è ammorbati. E tu lo sei, lo leggo nel tuo
sguardo lurido, perché tra di noi ci si riconosce subito, si sente subito lo
sguardo che morde come se gli occhi avessero i denti. Per ora ti masturberai
forsennatamente pensando a ciò che vedi, ma poi un giorno capiterà che vorrai
provare e, a quel punto, non avrai più scampo.
Il
morbo ti inseguirà ovunque, ti ricorderà in continuazione che farlo col tuo
uomo è sì bellissimo, perché lui è lui, ma farlo con un numero imprecisato di
sconosciuti, sotto gli occhi di altri che ti divorano famelici è mostruosamente
appagante e stimolante la creatività e poi, un giorno, realizzerai che se tra
quegli occhi famelici vi fossero anche quelli del tuo lui, diverrebbe
follemente esaltante.
Ti
piacerà lavorare qui, mia cara Violinista.
Vedrai,
avrai piacevolissime sorprese.
Parola
di un ammorbato cronico.
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