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mercoledì 9 maggio 2012

Il Morbo collettivo


L’occasione è gradita. L’occasione è ghiotta. Sulle note dell’Adagio di Albinoni.
L’occasione è perfetta per fare sfoggio del mio corpo nudo davanti alla Violinista.
L’occasione è utile per mostrarle il Raro Pezzo di Cazzo che ho in mezzo alle gambe.
Io e la Donna Bestia siamo totalmente nudi. E totalmente infoiati. Perché anche lei percepisce la straordinarietà dell’occasione, la centralità della nostra performance, che non è una delle tante, ma l’unica.
Anche il Marito Bestia suda di più. Perché non c’è deroga o sconto o margine di dubbio per nessuno: quella maiala ninfomane che succhia come un’idrovora il cazzo a quel Tizio Tazio, è sua moglie.
Ed è nuda. Pubblica. Troia.
Godo. Godo ad accarezzare la schiena di pelle alla Donna Bestia Sozza china sulla mia Minchia, impegnata a prenderne in bocca più che può, mentre mantengo fissi gli occhi negli occhi della Violinista.
Ne sono certo, è eccitata. E io godo a farmi fare un pompino, nudo e bellissimo, guardandole senza pietà le parti del corpo che mi eccitano.
Come sbocchina la Donna, è bravissima. Le accarezzo l’inizio del solco delle natiche e poi scivolo giù, cercandole l’ano polposo e la Violinista segue con gli occhi dove scivola la mia mano.
E sento che, per un riflesso di condivisione fraterna, la Donna cerca il mio, di ano.

Mia cara Violinista, avrebbero dovuto avvisarti. Avrebbero dovuto dirti che, se nelle tue fantasie erotiche alberga qualche situazione simile a quella che stai osservando nella realtà, questo lavoro avrebbe avuto degli effetti collaterali. Perché la Casa scatena il morbo che alcuni mantengono latente e privo di effetti concreti per anni. Tanto da credere di non esserne affetti. Ma poi basta respirare quell’aria, quella lascivia, quella magnetica sporcizia morale per sentire i primi sintomi, se si è ammorbati. E tu lo sei, lo leggo nel tuo sguardo lurido, perché tra di noi ci si riconosce subito, si sente subito lo sguardo che morde come se gli occhi avessero i denti. Per ora ti masturberai forsennatamente pensando a ciò che vedi, ma poi un giorno capiterà che vorrai provare e, a quel punto, non avrai più scampo.
Il morbo ti inseguirà ovunque, ti ricorderà in continuazione che farlo col tuo uomo è sì bellissimo, perché lui è lui, ma farlo con un numero imprecisato di sconosciuti, sotto gli occhi di altri che ti divorano famelici è mostruosamente appagante e stimolante la creatività e poi, un giorno, realizzerai che se tra quegli occhi famelici vi fossero anche quelli del tuo lui, diverrebbe follemente esaltante.

Ti piacerà lavorare qui, mia cara Violinista.
Vedrai, avrai piacevolissime sorprese.
Parola di un ammorbato cronico.

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