A mezzogiorno e mezzo coopto la suburra per un estemporaneo pranzo
aziendale: si va tutti alla Solita. Tutti i presenti. E così ci troviamo al
tavolo: io, N, il Loca, il Max, l’Umbe, la Giogia, la Bettybettina, Matt Matteo
Matthew, la Greta e la Ilaria, che è la spina del gruppo (spina per chi ha fatto
il militare, per tutti gli altri è l’ultima arrivata).
Non so come sia partito N, non me lo ricordo più, ma a un tratto si è
prodotto in una lectio magistralis.
“Il porno indipendente italiano c’ha tre difetti mostruosi che lo
azzoppano. Primo: le luci. Ogni scena è senza atmosfera, sotto dei banchi
omnidirezionali a luce fredda che gi attori c’hanno sempre come minimo tre
ombre. Nessuno sa scegliere le luci, che fanno sempre schifo. Secondo:
indipendentemente dalla stagione, dal contesto, dalla trama, le attrici c’hanno
spessissimo la lingerie, ma sempre sempre sempre le autoreggenti. Anche in
agosto. Terzo: le attrici tengono sempre le scarpe col taccone da brivido. Mai
scalze, sempre con quelle scarpe che le fanno risultare goffe sul materasso.”
E qui la cultura è densa, spessa, intensa.
Il Loca rincara la dose e passa a
dettagli tecnici che vi risparmio, ma N insiste, la scarpa!, la scarpa! la
scarpa è il dramma! e allora la Marghe che stava tirando su dei tavoli che
eravamo rimasti solo noi, giustamente interviene, come ogni ristoratore
professionista fa nei discorsi dei clienti e, mano con canovaccio appoggiata al
fianco, si avvicina e dice “Eh beh beh, una donna coi tacchi alti è molto più
sexy di una scalza”.
E’ l’apocalisse. “Ma cosa c’entra????” urla N ridendo “stiamo parlando
di scopare sul letto con le scarpe, mica di una serata di gala!!!!”. La Betty
interviene e dice “Esatto, è quello. Tu hai mai fatto l’amore sul letto con le
scarpe addosso?” chiede alla Marghe che risponde “Io???? Nooooooooooo” e ride,
mentre io mi alzo, vado a chiudere a chiave la porta della bottega, giro il
cartellino su CHIUSO, passo dietro al banco a versarmi una Sambuca e torno a sedermi che mi volevo fumare una
sigaretta a tavola come si deve.
Il Loca punge la Betty e le dice “Ehhhhhh ma te con quella faccetta lì mi
sa invece che con la scarpa assassina ci hai scopato sul materasso ehhhhhhhh,
di ben su” e la Betta replica “Noooo… sul materasso no, però ho fatto l’amore
con ai piedi dei sandali da sera”.
Il boato. In dieci come un sol uomo, come tutta la curva: “Vogliamo
sapere!!!!!!!!”
Ma sì, ma no, ma sì, ma no e poi ma sì.
“Ma niente eravamo ancora fidanzati e un ultimo dell’anno siamo andati
a una festa a Cattolica che un nostro amico c’aveva una pensioncina che l’ha
aperta per fare la festa nella sala da pranzo” attacca la Betty Sposona che io da
quel contesto sento già profumo di salama da sugo e di zdora romagnola.
“io mi ero messa tutta in ghingheri e… “ – “CHE GINGHERI????” ulula la
fossa dei leoni.
“Massì, dai, le autoreggenti e le mutande rosse, quelle cose là…” – “AAHHHHHHHHHHBBEBBEH”
“… e questi sandali da sera molto alti, che a un certo momento dopo la
mezzanotte siamo andati a imboscarci nel guardaroba che per com’ero vestita bastava
alzare, bastava, che Sergio, che adesso
è mio marito, è bello alto e allora coi taccazzi non ha dovuto fare delle gran
fatiche a piegarsi… ecco, tutto qua…”
Io taccio e ascolto. Ma il Loca non si fa i cazzi suoi e mi punta “E a
te Tazio, t’è mai capitata la tigre con le scarpe sul materasso?”.
Rispondo.
“A parte che non esiste in natura il fenomeno della donna scarpata che
si fa montare nei contesti scenografici del porno indipendente all’italiana,
che sono piuttosto pecorecci, tristi e kitsch, anziché di classe, ma a parte
questo, io per come sono io, se anche una ci prova gliele strappo e le proietto
in orbita, perché voi lo sapete come sono fatto, io sono un sottoproletario, a
me mi arrapa la zdora con l’infradito ai piedi, o la FlyFlot che è roba da
intenditori, con la ricrescita sull’ascella, io sono per i prodotti tipici a
chilometro zero, non per le
contaminazioni globalizzate. In fatto di figa, sono no global fino alla morte”
La Marghe ride e mi dice “Movalàvalàvalà” e fortunatamente N accorre in
mio sostegno dicendole “vemò che è vero eh, questo qui è uno spostato” e la
Marghe allora dice sottovoce “ma allora la Rita che c’ha le FlyFlot a te ti…” e
io “…certamente, ma ti dirò di più, anche tu con quelle Crocs verde militare mi
metti dei pruriti e poi se ti penso nuda con quelle ai piedi, beh, lasciamo
stare….”
Ed è svacco, sfascio, la perdita del controllo della situazione, ne
vengono fuori di ogni, il Loca punzecchia la Greta e la Giogia, ma loro sono
troppo radicalchicfic e non raccolgono, anzi, è evidente che mal sopportano il
tenore del convivio e che se potessero se ne andrebbero, ma noi siamo questi e
per sapere come siamo almeno una volta ci dovete venire a pranzo con noi e poi
rifiutare a vita.
Mentre l’Umbe dice che per lui, più che scarpa o non scarpa, il
problema è a monte e cioè è a livello di trovarne una da portarsi sul
materasso, che se ne trovasse una che ci viene sul materasso con lui, le
lascerebbe portare anche gli stivali da pesca e anche col fango se è del caso.
E mentre questo girone dantesco continua a versare secchiate di doppi
sensi e provocazioni e dichiarazioni che per essere più esplicite non rimarrebbe
altro da fare che realizzarle sul tavolo, perché noi siamo fatti così, c’abbiamo
l’ormone che scalpita, c’abbiam la paSione,
questa è terra di paSione, mentre
tutto questo si snoda, dicevo, mi perdo silente a pensare che è bello, anzi che
è bellissimo. E’ bellissimo sentirli urlare tutti assieme e, come uno sciame di
vespe assassine, prendere di mira uno e poi l’altro. E’ bellissimo stemperare
questo venerdì pigro e piovoso con i
ragazzi, mentre sul cellulare mi arrivano messaggini da una Rossa de Fuego
che mi chiede coordinate per la serata e io gliele do, perché stasera la porto
qui a cena e poi la porto là a casa.
E’ bellissimo che, dopo dieci messaggini stupidi e deliziosi, N sbotti “Ma
chi cazzo è??? Sembra di essere al liceo!!!!” e io gli ricordo che lui il liceo
non l’ha fatto e lui mi ricorda di andare affanculo e la Marghe puttana sibila “Sarà
quella bella rossa con cui è venuto qui a pranzo la settimana scorsa ……” e io
non riesco a dire una parola, perché la bella rossa se la sono memorizzata
tutti quand’è venuta in bottega e la parte maschile deflagra con un “Nooooooooooo!!!!!!
Giuraaaa!!!!!!” e io taccio, perché è inutile, lascio andare, perché lo so come
funziona. “Che gran farabutto puttaniere figlio di zoccola” mi dice N per
esprimermi sincera stima e affetto, ma non basta ancora. La Marghe, non paga di
avermi sputtanato davanti alla ciurma, insiste: “Speriamo che si metta le
FlyFlot stasera eh Tazietto? Che quelle son meglio del Viagra” facendo il segno
dello sfilatino con un fischietto, generando il boato che se non ci fosse stato
mi sarei offeso.
Ecco, la mia vita è questa qua, semplice, sottoproletaria, sporcacciona,
vera, sentimentale.
E oggi mi piace proprio proprio proprio tantissimo.
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