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domenica 27 novembre 2011

Giochi e parole


Non ti do tregua, ma voglio sapere, sapere tutto, tutto, tutto.
Steso su un fianco ti martello di brutto il culo, scorrendo dentro e fuori veloce, stringendoti il collo, mentre tremi sotto i colpi e ti tormenti la figa odorosa, facendo brrrrr con la bocca da quando godi, svaccata e lurida, che te lo sfondo stanotte ‘sto bel culo da troia che c’hai.
Quanti cazzi hai preso? Dimmelo, raccontami, ora che sono segretamente chiuso con te nel cagatoio della tua esistenza di merda, ora sono tuo complice, puoi parlare, raccontare, dirmi, confidarti, liberarti, perché non devo più essere ignaro, ma devo essere al corrente di tutto, perché solo così potrò servirti il lerciume che brami, farti le cose marce che ti fanno godere in segreto, confidati, quanti cazzi prendi, dimmelo e lei grugnisce “meno di quelli che vorrei prendere” e io affondo e lei pigola ad ogni colpo e mi sento l’uccello di kriptonite, perché c’è poco da fare, pur facendomi schifo umanamente, rimane una figa davvero imperiale.

La metto alla pecora e la chiavo alternata, un colpo nel culo, un colpo nella figa e lei piagnucola dicendomi che gode e io lo so già quello, che basta guardare che due caverne le si aprono tra le gambe, ma a me non interessa se gode o non gode, mi interessa sapere con quanti ha chiavato da quando sta assieme con Marcellllo l’Idiota e lei mi confessa che io sono il terzo e questo mi arrapa da bestia e la inculo e lei scivola di pancia sul divano e la schiaccio bloccandola e sbattendo pesante di reni e mi avvicino all’orecchio e le chiedo con quanti ha chiavato quand’era con me senza dirmelo e con gli occhi gonfi e la bocca aperta dal martellante sconquasso rettale mi dice “nessuno”, ma io non le credo, non le crederò mai.


La freso, la devasto, la allargo, la monto, perché l’obiettivo è che il suo buco del culo, alla fine, non sia più quello di quando è entrata nella mia tana ed allora, in vena di confessioni, le parlo di cosa farei a lei e alla sua amica Gipsyqueen nella medesima sessione e lei gorgoglia dei sì malati, tenendosi stretta ai bordi del DivinDivan per prendere tutta la Fava a Turbina che le pianto nel culo a raffica e si spinge a confidarmi che se solo quell’altra sapesse come chiavo e che cazzo c’ho non mi si schioderebbe più dal pianerottolo e io le piego la testa all’indietro tirandola per i capelli d adietro e le chiedo se mi crede così coglione da non sapere che la Gipsyqueen è perfettamente al corrente di che cazzo c’ho e come chiavo perché lei stessa l’ha resa edotta e lei sorride sozza e io le sguscio dal culo senza cura, facendole emettere un gridolino.

Vieni Tagnozza, vieni dal Tazio che adesso ti combina per bene, vieni in cucina, stronza vigliacca e mettiti a novanta, i piedi larghi e il busto sul piano, piegati, brava, che ti do due giri di dutch tape alle caviglie e alle cosce che le fissiamo alle gambe e smettila di chiedermi cosa faccio, perché lo capirai tra breve, quando ti infilerò nel culo il cazzo gonfiabile e nella figa il vibratore, avviando l’infinita serie di orgasmi forzati che voglio farti avere, così, per pura simpatia, ma anche per grande comodità, poiché di tanto in tanto sostituirò uno dei due preziosi aiuti con la Minchia, giusto per un po’ di sollazzo, che merito anche io.

E intanto parliamo, raccontami, anche se con la voce malferma, raccontami quanto ti mancava di essere chiavata a questo modo, raccontami di quanto meschine e tristissime sono le scopate di ordinanza con quel rimbambito idiota, raccontami della voglia di fare la troia con tutti, di mostrarti, di essere oscena e mi dici sempre di sì, godi vibrando, col culo ripieno di quel meraviglioso oggetto a cui ogni tanto assesto una pompatina, tanto per allargarti il budello perché, Tagna, una vera troia mica può avere i buchini strettini, ne convieni anche tu? E mi dici di sì, che sei già oltre Parigi e tremi e vibri, che ne avevi bisogno di condividere il sozzo cagaio segreto che serbi dentro di te con il Principe delle Porcate, col Maiale Imperatore, con quello che non si fa nessun problema se, sfilando d’un botto il cazzo gonfiato dal culo, questo si trascina dietro una cosina scura che ti scivola lungo una coscia.

Son scelte, Canya, son scelte precise e ti assicuro che qui troverai soddisfazione, perché mentre accelero la velocità del vibratore, penso di infilarti un imbuto nel culo e di pisciarci dentro e te lo comunico e tu sbavi sulla tavola, tremando, dicendomi “basta ti prego” che sai bene che ha l’effetto di un ulteriore incremento di velocità e ricominci a venire, tentando di alzarti, ma le gambe attaccate alle gambe del tavolo non ti consentono molta scelta ed allora crolli in avanti ed io tolgo il vibratore e ti chiavo, venendoti dentro e ti piace sentirmi che lecchi la tavola, con gli occhi gonfi e i capelli spettinati.

Certo che in questo preciso momento sei molto diversa dalla sera che ti ho beccata al Centrale, così ultrakewl, così ben integrata nella cumpa fashion che frequenti, lo sai? Pensa se sapessero cosa ti piace farti fare. Magari Gipsy lo sa quanto sei troia, perché è assieme che avete studiato da troie, sin dalla gioventù. Ma dimmi Canya, gli altri due cazzi con cui hai sollazzato i buchini, dove li hai pescati? Saranno mica i morosi delle tue simpatiche amiche vero? Dai, dimmi di no, dimmi che sei una vera figa di testa e ti sei almeno presa lo sbattone di cercarteli altrove, ma invece mi dici di sì, mi confermi che ti sei chiavata i morosi delle tue amiche della cumpa e io sono talmente divertito da ‘sta cosa, che ti libero e facciamo pausa, perché sei davvero imbattibile.

Fantastica, fantastica Tanya, davvero.

6 commenti:

  1. Taz te lo dico sinceramente: non andare più a cercartele certe donne che hanno un'influenza negativa sul tuo carattere che invece è quello di una persona buona. vai con le prostitute piuttosto ma queste lasciale dove sono

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  2. Complimenti alla PutTanya...e complimenti al Gran Maestro della Doppia.
    Anche se alcuni commenti storpiano un poco il contesto pecoreccio della situazione.
    Direi quasi lo rendono pattossissimo, quasi come la piada di Marotta del Merendero (Coccoluto dixit)
    Baci GQ

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  3. ho detto semplicemente quello che pensavo GQ

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  4. Scusami Silvia, sono stato frainteso, non mi riferivo a te, ma quanto riportato dal (D)Io narrante.
    Un abbraccio ad entrambi.
    GQ

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  5. Cioè non ti è piaciuto come l'ho scritto?
    A Gicccù parla come magni, mannaggia a limortè.

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