L’assenza del Matt produce una deviazione dei cazz sul
Taz.
E il Taz, che è buono, li gestisce.
Per cui rieccomi seduto accanto a te, Marinasfiganera,
a visionare improbabili bozze che differiscono dalle precedenti e dalle
precedenti ancora per micro dettagli degni di un Trovaledifferenze della
Settimana Enigmistica, ma non per questo non sono in grado di generare ampia
letteratura al loro riguardo, letteratura che mi declami monocorde con una vena
di sofferenza, sofferenza imparagonabile a quella che provo io che ho comperato
la licenza della Suite Adobe ed anche l’iMac davanti al quale sediamo ad
osservare come tu, Masturbella, demolisci il valore del denaro trasformandolo
in questi sciocchi segni privi di qualsiasi logica e tecnica.
Mi parli di cose che non comprendo, mentre comprendo,
seppur desiderando di non comprendere, che ciò che ho davanti agli occhi
potrebbe essere il risultato della due ore di educazione artistica alla Scuola
Media Fedrigozzi di Frustamazza ad opera di un bel manzetto che,
inequivocabilmente, manifesta una propensione al tornio assai più spiccata di
quella verso la comunicazione visiva, ma tu ci trovi dei significati così
bisognosi di settantaquattromila parole che mi verrebbe da dirti che questo
layout potrebbe essere accompagnato da un libretto di istruzioni, oppure da un
video web in cui tu, vestita da melanzana, spieghi cosa deve sentire chi lo
guarda ed invece ti guardo e mi viene, non so nemmeno come, da farti una
domanda precisa, una di quelle domande dove anche tu, piccola Clitoridina
Solitaria, devi rispondere solo con un sì
od un no.
“Ti depili le
ascelle?” ti chiedo con tono calmo, rilassato e
finto rispetto al furore che il mio senso estetico urla prepotentemente e con
ampia ragione.
Tu mi guardi con l’arcata sopraccigliare piegata all’ingiù
come normalmente fanno i Bassethaound quando implorano il padrone di dar loro
il settecentonovantottesimo biscottino.
“…. Erm …
s..sì… d’estate sì…” mi rispondi travolta
dall’imbarazzo dell’intima domanda ed anche travolta dall’incapacità di
comprendere il perché della domanda medesima posta nel mezzo della più
appassionata (yawn) delle dissertazioni artistiche basate sul nulla.
Ti guardo senza sentimenti, tanto per acuire il tuo imbarazzo
e poi torno ad emettere.
“D’estate. Quindi
adesso, che non siamo d’estate, no.”
Arrossisci a disagio, arsa dal sospetto che le tue
ascelle pelose siano l’ennesimo dettaglio sbagliato che ti coinvolge e invece no,
piccola Analia, non è così, perché l’unica ragione per cui non ti scaravento
fuori dalla finestra è che, per un arcana ragione che mi sbigottisce e mi
lascia incredulo, tu mi arrapi, scimmietta bruttina e fuori moda intrisa di una
sfiga continentale.
“… erm … no …” mi dici con gli occhi del Bassethound, stringendo le spalle, incurvandoti
in avanti e facendo sparire unite tra le cosce le manine che assassinano seriali
la comunicazione visiva, zuppa di disagio, ma io amo pensare che tu sia arrapata
dal mio deviato interesse verso il materiale tricotico che ricopre le tue
ascelle odorose e poi fai un sorrisino, ti annichilisci un altro po’ e mi dici
con un filo impercettibile di voce: “ti
faccio schifo?”.
“No. Semmai il
contrario.”
Lapidario, arcano, misterioso. E tu che sei la
macellaia dell’arte, ma non un’idiota, capisci che indagare su quel contrario, per capirne gli estremi e la
forma, potrebbe condurti nella Tana del Porco in un battito d’ali di mosca e
taci. Tu taci, ma io no, perché il tuo disagio mi piace, perché io necessito
del tuo disagio per vendicarmi di quello che tu fai provare a me che, sapendo
contare, posso dire che sono già nove giorni che meniamo ‘sta roba senza
nemmeno arrivare a vedere come un puntino lontanissimo lo standard minimo che
quest’agenzia offre ai suoi clienti. E così ti sparo un’altra bordata. Ti
guardo e, appoggiando la testa alla mano sinistra ti chiedo.
“Anche lì
sotto niente, quindi.”
Indicando con un lampo di sguardo la sorca infiammata.
Stringi le labbra sino a farle scomparire e fai un segno di no con la testa
abbassando gli occhi.
Prendo un gran respiro e faccio per alzarmi. Ma ti
lascio con una perla formativa di cultura e saggezza.
“Guardo la
roba che fai e mi viene in mente una frase famosa di Charles Bukowski. La frase
è questa:
‘Mi piacerebbe
frustarti con la cintura sulle gambe, sul culo, sulle cosce. Vorrei farti
tremare e piangere e poi, quando fossi tutta piangente e tremante, te lo
sbatterei dentro in un gesto di amore puro’.
Questa roba fa cagare Marina. Cancella il file,
permanentemente, dimenticatene, fai finta che sia stato un brutto sogno e
ricomincia da zero. Vuoi continuare ad essere frustata o vuoi fartelo sbattere
dentro in un gesto di amore puro?”
Mi guardi, rossa in viso. Stringi le labbra. Chiudi
gli occhi lucidi, li riapri e mormori.
“Voglio
farmelo sbattere dentro”
“Brava. E
allora vola, cazzo, l’arte visuale non ha bisogno di parole, vola libera,
togliti le mutande e il reggiseno, diventa un animale, segui l’istinto,
masturbati, agitati, ubriacati, drogati, ma staccati dalla colla merdosa che ti
impedisce di essere più espressiva di una maestra elementare all’ora di disegno,
godi, devi provare godimento sessuale, disegnare deve indurirti i capezzoli,
bagnarti la figa, perché se non lo fa, se non ti senti ingrifata da ciò che fai
non lo farai diventare duro a nessuno, per cui dacci dentro con qualsiasi
mezzo, ad eccezione di quelli che hai usato sino ad ora .”
E torno nel mio ufficio, con il cazzo dritto e duro.
D’altronde sei qui per imparare Marina, cazzomerda.
E io devo farmi una sega.
ma poretta, l'hai demolita.
RispondiEliminaed eccitata, anche.
aspetterà il prossimo rendez-vous con ansia.
lolita.
Si ricorderà di te come il più folle dei capi e se mai se ne andrà, anche come il migliore.
RispondiEliminaOvviamente con rimorsi e rimpianti, vedi tu in quale ordine!
k
..finalmente è arrivata la sveglia per la melanzana!...non vedo l'ora di sapere come deciderà di scollarsi. Secondo me ti sei appena comprato un bassethound
RispondiEliminaB
@lolita
RispondiEliminaAnche tu ti sei eccitata angelo, lo sento dal profumo dei tuoi ormoni...
@k
Tu mi lusinghi. Ma io non sono il suo capo, perchè lei è la cazzo di stagista.
@B
RispondiEliminaCrudelia, tesoro. Tu sai che quel Bassethound ha la necessità di una violenta inserzione di megacazzo per decollare, vero?
Non sono Crudelia, ho appena saputo di essere un Angelo ;)
RispondiEliminaLo so, lo so...intanto direi di cominciare con un collarino, altrimenti potrebbe confondersi e non sapere a chi obbedire :D
dimenticavo:
RispondiEliminaB
Ok, faccio i sofistici.
RispondiEliminaTu il "tutor" ??? Si ???
Quindi, "cut&paste" ... Il ruolo del tutor è quello del responsabile didattico-organizzativo delle attività e i soggetti che ospitano gli stagisti indicano il responsabile aziendale per l’inserimento del tirocinante nelle attività formativo-professionali.
Si ricorderà di te come il più folle dei TUTOR e se mai se ne andrà, anche come il migliore.
Ovviamente con rimorsi e rimpianti, vedi tu in quale ordine!
k
PS: proponi formazione "speciale" a pagamento, e per chi vuol fraintendere, diciamolo, ... «è lei che paga te perché se è così "indietro" nel lavoro, rischi che te lo stacchi per un colpo di tosse!»
@B
RispondiEliminaCome mai abbiamo gli stessi pensieri? :}
@K
Ma sai che ci sto pensando mica poco?.....
Se le cose vanno come devono andare, lei sbaglierà di nuovo. E di proposito.
RispondiElimina:) Secretary,il film, docet.
Gemellaggio d'anima ;}
RispondiEliminaB