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martedì 10 gennaio 2012

Non mi può bastare


Adesso non è che voglio sembrare uno studentello di diciassette anni, ma certe domande io me le faccio perché non mi può bastare una risposta generica del tipo “fa così perché le va che male c’è” perché altrimenti, in questo caso, io sarò pure lo studentello di diciassette anni, ma lei è la studentella puttanella di sedici e tutti ci stiamo raccontando delle solenni cazzate.

E vengo ai fatti.
Arrivo in studio, armato di briochina, saluto la Betta che stamattina è elegantissima, nel suo vestito color vinaccia scura a metà coscia, le calze velate nere e le scarpe di Minnie color vinaccia.

“Sei strafiga stamattina Bettina”
“Sei irresistibile stamattina Tazio”
“Non resistere, allora, vieni nel mio ufficio”
“Ma anche no. Caffè?”

Insomma il solito fraseggio, oramai nella tradizione. Beviamo il caffè, la Betta mangia la brioche, poi ognuno va per il suo destino. Fatto sta che dopo un po’ mi ricordo che doveva darmi una copia di una cosa e così mi alzo e vado da lei. Che siede serena al suo posto e io le dico della copia. Lei si gira alla sua sinistra e comincia a cercarla in un vassoio e mentre fa la cerca io guardo fuori dalla finestra, poi mi giro e, osservandola da di fianco che era avvitata a sinistra a cercare, noto che il vestito sale e scopre l’inizio del bordo di pizzo di quella che è, inequivocabilmente, un’autoreggente.

Ora io dico, amisgi e amighe, non mi potete liquidare con un banale “e allora?”  perché se fossimo ad una cena tra amici, se fosse in giro col marito, ma anche a casa dalla nonna, varrebbe “e allora?” di illuminata, moderna ed evoluta matrice, ma qui, qui nella Tana dei Porci, qui nel Truogolo del Testosterone, nella Stalla dei Principi del Doppio Senso Pecoreccio capeggiati dal Granporco di Manzo Crudo, qui non può valere “e allora?” perché tu, tu Sporcacciona Pelosa Odorosa, tu lo sai che il vestito scivola su e tu, sì proprio tu, hai detto stamattina “mi metto le autoreggenti che si vedranno, così scaldo i cazzi di quei Montoni Selvaggi” ecco cosa hai detto stamattina, Grantroia, perché lo sai come vanno le cose, che mica sei arrivata domani, quindi è questo quello che hai detto ed allora io dico che sei Puttana, ma no, ma ti dirò di più, ti dico che sei una Granputtana e mi fai arrapare a bestia.

“Eccola qua”
“Grazie Betta”

E torno nel mio ufficio, con la voglia di mangiarti la figa e il culo.
E tu lo sai.
E ci godi.
Granputtana. 
Ti adoro.

6 commenti:

  1. Dai Tà, anche tu capiscila, tutte le altre erano a lavare e ha preso la prima che ha trovato...

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  2. ...e dai, Tazio, che palle...è SOLO un'autoreggente...o è una scusa? ;)

    B

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  3. Siete Puttane anche voi e io vi adoro, vi stimo, vi bramo, vi idolatro e vi invidio perchè vorrei anche io avere i mezzi per farvi rizzare il cazzetto carnoso come voi fate rizzare il Granitico Obelisco Imperiale a me.
    Vi amo.

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  4. Grandi mezzi privilegiati, è vero ;)))

    B

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  5. Occhio Tazio che tu sei il Boss e non saresti il primo rovinato dalla Segretaria/Contabile, ex amante, piantata in asso e super vendicativa per questo.
    Ora un consiglio: la posso mandare una foto del mio uccello infiocchettato ad una cara amica come regalo per il suo compleanno? Non si offenderà? E' molto sposata e per ora (spero) molto fedele. Baci GQ

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  6. Per un attimo avevo letto "dalla Segretaria/CANNIBALE" :D

    Che qui poi si va pure peggio, perchè la Betta è l'amministrativa, quindi ancor più cazzi, volendo.
    Per quanto riguarda la foto, la trovo di ottimo gusto. Gradirà senz'altro, per cui procedi senza timor.

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