Добры дзень, дарагія сябры і добрыя аўторак! che, come
noto a tutti, significa “Buongiorno amici
carissimi e buon martedì!” in bielorusso.
C’è una galaverna che sembra di essere in Bielorussia,
per l’appunto. D’altra parte è gennaio, mica ci si può aspettare l’afa no? Che
poi quest’ultima estate io l’afa l’ho patita da andare fuori di testa.
Quindi meglio la galaverna, che il riscaldamento ce l’ho,
mentre il condizionatore a casa no.
Sapete che c’è? C’è che le cose vanno bene e io non voglio essere come
quegli stronzi ingrati che trovano fiumi di parole per descrivere
minuziosamente quando le cose vanno male e quando vanno bene non dicono niente,
perché “e cosa devo dire? Va tutto bene”.
Ho passato tanto di quel tempo con le cose che andavano male che voglio
dirlo.
Magari con una formula scaramantica cautelativo-preservativa.
Le cose vanno bene e, dicendolo, mi tocco i coglioni solo perché sono
un segaiolo impenitente.
Sto meglio adesso.
Ieri sera ci siamo fatti un’Osteria Quellanuova tranquilla e serena.
Abbiamo parlato della casa e di tutto il meraviglioso mondo di minchiate che mi
separa dallo stringere le cazzo di chiavi in mano. La Domi è raggiante, anche perché
abiteremo circa a trecento metri l’uno dall’altra. Ha! Che magnifico deterrente
alla ficagione sportiva. Abbiamo parlato, parlato, parlato e poi le ho chiesto
se si è mai fatta una sveltina nei cessi di un’osteria e lei mi ha detto di no.
Allora ho indagato se la cosa potesse destare un suo interesse in quanto, in
quel preciso istante, provavo un'irrefrenabile esigenza di inseminarle l’utero
e la cosa sì, destava il suo interesse. Per cui, alla chetichella, ci siamo
recati nei cessi dei maschi, impadronendoci del primo box vuoto e ci siamo
fatti una sveltina essenziale: io avevo il cazzo di fuori, lei jeans e
mutandine bianche abbassate. Delizioso Domiculo nudo.
Pecorella in piedi velocissima, intensa e piacevolissima.
Orgasmica bilaterale con ritardo sfalsato di tre secondi; la
perfezione.
Poi siamo tornati a mangiare il dessert e a proseguire la cena.
E lì la Domi ha commesso un errore fatale: mi ha rivelato che sono
piaciuto tantissssssssssssimo a tutta la compagine femminile della sua comitiva.
Che lo scroscio di sms del lunedì mattina era tutto Tazio driven: ma che figo,
ma che bello, ma quanti anni ha, ma wow, ma che simpatico, ma che ridere, ma
wow, ma che fascino. Le ho chiesto se ha rivelato loro che sono anche dotato di
un cazzo lungo come un avambraccio e grosso come una bottiglia di Cabernet, ma
la Domi no, non glielo ha detto. Non ancora, ma mi auguro lo faccia al più
presto. Le ho però fatto presente dell’errore gravissimo di avermi messo a
parte di cotanta segretezza, poiché la bestia seSuale che ho di dentro già pulsa dalla
voglia di provarci e di riuscirci con tutte e mi sono guadagnato una
forchettata sul palmo della mano sinistra, affondato con gli occhi da pazza
invasata e la bocca tesa che sembrava lo Scorfano Assassino.
Poi mi ha parlato di una piccola grande grana sul lavoro e oggi vediamo
se riesco a metterci una pezza, considerato che posso arrivare al produttore
della grana medesima.
Alle ventidue e trentacinque eravamo fuori dall’Osteria e la Domi mi ha
detto che faceva rotta verso casa, che stamattina doveva svegliarsi alle sei
per andare a Milano. Che culo.
Martedì.
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