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mercoledì 22 febbraio 2012

Inneschi irreversibili


Alla fine di un giorno noioso la gaiezza risorge nel cuor, cerca ognuno il perché prodigioso e domanda con grande stupor donde viene questa gioia verace, ogni crisi è finita davver?
E si affretta a rispondersi “i cazzi” e poi telefona alla Ade.

“Ciao Ade, amore della mia vita, luce dei miei occhi, regina del mio water, come sta il mio piccolo sfintere allo sfacelo?”
Risata gorgogliante come lavandino intasato in cui vengono versati litri sette di idraulico liquido.
“Io non c’ho il buco del culo allo sfacelo” musona bambina minchiona.
“No Adelma, è vero. Tu a momenti non c’hai nemmeno più il buco del culo, ma un elastico di quelli gialli sbrindelloni”
“Ohhhhhhhhhh stronzoneeee! Ma non mi ami più?????”
“Jammai, mia adoperata, jammai. Però reco novelle funeste, brutte notizie” che è sempre meglio tradurre.
“Cioè???? Cazzo succede???”
“Oggi è mercoledì delle Ceneri, è iniziata la Quaresima, Sorelladele. Quindi per quaranta giorni astinenza, mangiare di magro, pentirsi e pregare, pregare, pregare”
“Cuslè???? Mi mancava la crisi mistica!!!”
“Astinenza Sorelladele, magro, preghiera e pentimento”
“Beh bel moretto, ma lo sai cosa ti dico? Che se te fai l’astinenza l’Ade si organizza subito e va a cazzi”
“Pentiti”
“Mi pento di star qui a parlare a don Tazio invece di essere già a cazzi”
“Pentiti, blasfema, che poi lo sai che di grossi come il mio non ne trovi”
“Me ne tirerò su due o tre don Tazio, non si preoccupi”
“Ade?”
“Mi dica”
“Ma ti vestiresti da suora per me?”
Risata demoniaca e sento odore di zolfo.
E poi grugnisce.
“E tu da prete, nudo sotto la tonaca con sotto il battacchione scappllato barzottone che penzola?”
“Perché no, Sorelladele, il Carnasciale è defunto, dovremmo tirarli via per due soldi due costumi”
“Eh no, cazzomerda, se si fa si fa coi controcoglioni di ferro. Voglio abiti veri.” e ride.
Poi aggiunge grufolando “E ci slinguiamo e ci palpiamo in pubblico e vediamo le facce della gente” e ride.

Ed io ho una sensazione.
La stessa sensazione che prova l’incauto fante che, per dileggio dinnanzi ai suoi commilitoni, finge di togliere la spoletta alla bomba a mano, ma poi, per un infausto coacervo di circostanze, la toglie per davvero. Trovandosi solo, con la bomba armata in mano.
Ecco.

“Dai Sorelladele, chiudo e vengo a prenderti”
“Dai Cicciammore ti aspetto”

Se d'affanni, vecchi malanni, non si sente più novella, se ciascun sorride lieto e la vita trova bella. Se ragione misteriosa a gioir ciascuno appella questa è ora senza pari, questa è l'ora del Campari.
A doman.

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