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martedì 21 febbraio 2012

Dov'è il male?


E’ davvero così degradante ed immorale giacere con questa donna che alla fine, al di là della isterica passione per l’estremo, è lineare, non ingannevole, vorrei dire leale nella sua chiara e precisa deviazione?
Davvero è un male così grande? Siamo sicurissimi che sia assolutamente peggiore e additabile come schifosa più di chi, come la Domi (sì lo so, lo so, ho scritto Domi) tace verità per far divenire le cose non dette gli elementi cardine di gesti distruttivi, brandendoli come affilate ragioni di cui lei e solo lei è ed è stata a conoscenza? E’ davvero peggiore, nella sua istrionica e creativa sregolatezza senza limiti?

Le irrigo il retto con il terzo microclisma, in quel bagno stupendo invaso prepotentemente dai miasmi diarroici che lo rendono improbabile. Il design puro, nel bagno, per auto referenziare la propria eleganza impone che gli umani non abbiano attività intestinali. Viceversa diviene ridicolo esercizio di stile immerso nel puzzo di merda. Dove, talvolta, merita di soccombere.

Mentre qui il vero design è dato dalla perfezione geometrica del suo culo. Che, per natura, si adatta benissimo alle esuberanze intestinali. Anzi. Le esuberanze lo valorizzano. Perché solo il culo è vero design. Puro. Perfettamente finalizzato allo scopo, artisticamente elegante di curve.
Lo so, due concetti antitetici, arte e design, ma nel culo raggiungono limiti quasi coincidenti.

Dov’è il male che tanto deprecano persino quegli umanuncoli che vivono borderline le loro meschine vite insignificanti, iniettando nelle vene del quotidiano la ridicola “trasgressione” di massa, preconfezionata, mediatica, assegnandole il ruolo di cardiotonico che li rassicuri di non essere già morti? E’ davvero un male procurare un piacere inusuale a questa stupenda Femmina Mammifera dalla singolare abilità di declinare al sessuale qualsiasi cosa appartenga alla sfera del  terreno/terrestre?

Stringe il bordo del lavandino reclinando il capo all’indietro, tendendo tutti i muscoli del volto, strizzando gli occhi, mordendosi il labbro inferiore con un sibilo di sofferenza acuta, tremante, al limite, lottando contro l’impulso inarrestabile di scaricare. E questo è il piacere infinito che prova, che la rende fuori controllo.
Poi scatta e si siede sulla tazza piegandosi in avanti, con forma moderna da teatro d’avanguardia, facendo d’improvviso  riecheggiare nello spigoloso water sospeso il ruggito selvatico della natura che le fa esplodere il culo di inarrestabile diarrea.
E riemerge dalla sofferenza con un sorriso ammorbato e soddisfatto, i capelli sparsi sul volto, stupenda come solo lei sa essere.

Siamo certi, sì?, che questa donna dalle passioni patologicamente depravate sia, alla fine, davvero tanto peggiore di giovani donne come la Tanya che, al momento di costruire un’esistenza fatta di correttezza morale e materiale, ma non per questo castrante o limitante, anzi, preferiscono erigere in suo luogo l’antico e postribolare monumento alla menzogna e alla slealtà mascherato da ragione, eleggendo l’inganno palese come ineludibile strumento di prevaricazione, senza rendersi conto che (dio voglia!) ne saranno vittime al pari di quelle che mieteranno lungo il viale della carneficina che bramano?

Penetro il suo seducente ano sfibrato, arrendevole, molle, dilatato, gonfio. Mugola di piacere, guardandomi dentro allo specchio. La sodomizzo con amore, cura, attenzione, dedizione totale a quel piacere che determina il mio. Si torce e contorce per raggiungere il punto in cui il mio cazzo si conficca nel suo culo e fa scivolare l’indice dentro, tra muscolo teso e asta, sospirando un “Che bello” che è l’espressione del candore infantile, assoluto, non inquinato, non legato al contesto ed alla circostanza.

Che bello.
Poi mi sussurra l’osceno, guardandomi zeppa di godimento da dentro allo specchio.
“Nessuno sopporterebbe la mia merda, lo sai amore? Ci farebbe schifo a tutti… solo tu che mi vuoi bene e mi sai far godere da morire, che io come mi fai godere te nessuno mai al mondo potrà mai nessuno…” e sorride socchiudendo gli occhi e sospirando profonda, in un sussulto di piacere “…questo segreto lo sappiamo solo io e te amore… è una cosa bellissima schifa  tra di noi…” e si masturba, autoeccitata dalle sue stesse parole.
Una dichiarazione d’amore inusuale, devo ammetterlo.

Però sì, Ade. E’ vero quello che dici.
Siamo talmente estremi che ci ritroviamo, improvvisamente, talmente vicini che nessuno di quelli che pretende di sancire le regole della costrizione in nome della felicità, può sospettare si possa essere.
Talmente vicini da non poter possederci mai.
Dov’è il male?

1 commento:

  1. Il male sta nell'essere talmente felici da volervi possedere. Se succeddesse, sono certa, vi distruggereste.
    Vi annullereste, come fate a piccoli bocconi ogni volta che vi trovate.
    E a volte è talmente bello essere se stessi e non essere nulla che perdersi è un attimo.

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