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domenica 19 febbraio 2012

Malattia


Ah, Nica.
Se non ci fossi bisognerebbe inventarti.
Ti palpo le mammelline morbide sulla camicia di seta blu notte, che c’hai solo la canottierina di seta sexy scollatissima sotto e il diggei suona How deep is your love. Già, Nica, a proposito, how deep is your love? Ci slinguiamo come collegiali in calore, ma d’altronde lo scopo di venire qui a ballare era anche un po’ questo, parlo per me. Un piacere rivisitare i profumi dell’adolescenza con lo sguardo maligno dell’età adulta.
Ti palpo e ti singuo e non solo mi piace farlo in mezzo alla pista, non solo ti piace farlo in mezzo alla pista, ma pare pure che ai nostri compagni di revival piaccia che ci facciamo in mezzo alla pista.
Poi sul divanetto ti limono, sì, ti limono come si diceva nel giurassico e tu ti fai limonare, palpare e il bordo delle autoreggenti salta fuori dall’orlo della gonna assieme a uno spicchio di bianchissima carne della coscia.
Siamo speziatissimi, lo devo ammettere e forse è anche per questo che ti presti a un gioco che è più nelle mie corde che nelle tue. Ma quando sei speziata hai uno sguardo da assassina macellaia psicotica che mi fa arrapare come un caribù del Ghana meridionale.
Poi andiamo a casa tua a scopare, che c’hai le autoreggenti e le mutandine fatte di fili e un micro triangolo sporco di bianco nel mezzo e me lo fai leccare perché ha il tuo odore e io ti adoro, mamma.
E scopiamo ed è bellissimo fotterti la figa pelosa e sguazzarci dentro rumorosamente.
Poi vado a pisciare e vedo di fianco alla vasca un paio di ciabatte bianche che sembran Fly Flot.
E mi turbina un’esigenza che tu soddisfi.

Siedo sul divano nudo, a gambe aperte. Tu accanto a me, con la canottierina di seta sexy scollatissima da cui esce una tettina. Le autoreggenti senza mutande ed ai piedi le Flyflot, come una puttana da squallido bordello. Con la sinistra mi lavori il cazzo alla tua sublime maniera, mentre nella destra reggi la sigarettina artigianale che fumi facendomi il servizietto.
Ti chiedo di dirmi porcate in russo, mentre me lo meni e tu, divertita, con gli occhi a fessura, torbidi, attacchi. Una litania sinistra, eccitante, pericolosa.
Come te.

Chanel Rouge Noir 18, sei perfetta, non sbagli un colpo.
Ti annuso tra le dita dei piedi, mentre giaci nuda di schiena sul letto e mi ciucci il cazzo col buco del culo.
“Siamo malati” mormori inzuppata di eccitazione.
“Sì lo so” ti rispondo godendo delle strette mortali che mi dai con quell’ano seducente.
“Mi piace essere malata” mi dici divertita aprendo a raggiera le dita perché io possa leccare nel mezzo.

Anche a me.
Non voglio guarire per niente.

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