Pareva che avesse sei lingue da quanto assatanata era e da quanto
vorace mi mangiava il cazzo e le palle. E con quelle dita nel culo mi ha fatto
davvero impazzire e me ne sono chiavato allegramente e le sono venuto in bocca.
D’altra parte vorrei vedere chi sarebbe riuscito a resistere con una simile,
deliziosa, bocchinara compulsiva. Boccadoro non ha fatto una piega e ha continuato come un’idrovora che mi è
bastato resistere al fastidietto i primi dieci, quindici, secondi e poi ho
ricominciato a godermi le sei lingue e ho iniziato a sentire che tornava a
tirarmi e in men che non si dica ero già titanico, sia nel senso della durezza
del titanio, sia nel senso delle dimensioni ragguardevoli del Gran Pezzo di
Cazzo Rampazzo Randellazzo.
Via il jeans strizzatutto, spostamento del tanghino fantasma e via al
galoppo, vis-à-vis, con la Mazza conficcata nella Figa Imperatrice. Chiavami
Cicci che c’ho voglia di venire. Ma certo Adelina, son qua per quello. E sbatte
furiosa, abbracciandomi, leccandomi il collo e patapim e patapam che adoro
quello schiaffeggiar di pelle durante la monta western.
Ma che bello. Maglioncino e camicina bianca, gambaletti antistupro,
mutanda spostata, a dimenare il culo per sentirlo “più fondo”, sbattendomi, che giaccio di schiena vestito, coi jeans
abbassati. Ruspanti, arrapati, nel parcheggio del Flamingo, coi vetri un po’
appannati e un po’ no, coi geronti che recuperano l’auto perché è tardi ed il
pannolone è inzuppato, che se vedessero meglio che pezzo di cula si ritrova la
mia fidanzata gli si incepperebbe il pace maker.
E patapim e patapum, ci respiriamo in bocca e la Ade mi stropiccia la
faccia biascicando ansimante litanie arcane che capisco solo a tratti: “fottimi” “cazzo” “figa” sono termini
ricorrenti, mentre spesso mi sfuggono le congiunzioni con gli altri vocaboli,
ma ho la certezza di non travisare il senso d’insieme.
Tintinnio di bracciali, profumo dolciastro e volgare che adoro, abiti,
capelli, shampoo e balsamo e poi sotto quell’odorino pungente, quell’odorino di
figa che sfugge alla cosmesi e alla ricerca, battendo qualsiasi alchimia. Il
ritmo aumenta e aumenta e aumenta e la mia Bella Baiadera fa danzare
disarticolato il bacino divenendo assertiva con milioni di “sì” gridati nella mia bocca mentre mi tiene la testa fortissimo e
poi urla il suo grido libero, che conosco bene, dapprima lirico, poi gutturale,
poi inferocito ed è lì che la adoro, quando viene feroce sbattendo e poi si
placa, si placa e diviene romantica e passionale, trasportata, supplice e mi
martella di “vieni vieni vieni vieni
vieni” con gli occhi piangenti e allora io mollo gli ormeggi e comincio e
lei muta al mutare, capisce, sbatte forte e non è più supplice, non è più
romantica, ma diviene assoluta, nuovamente feroce, comandando degli “sborra sborra dai sborrami dentro sborra
voglio sentire che urli che sborri” quasi ringhiando, ed io eseguo e le
urlo che sborro e lei mi lecca la faccia e mi insulta grondante di lussuria, “….sì…..porco…sborra…..sei una troia…..sei
una puttana…..godi troia….”.
“Com’è andata?” chiedo chiudendomi
la cerniera con il classico inarcamento da cliente della puttana.
“Per ora procede senza intoppi,
ma l’offerta è da miseria” mi risponde sistemandosi a saltelli anche lei.
“Possibilità di negoziato?”
chiedo offrendole una sigaretta.
“Poco o nulla”
Silenzio.
“Scusa una cosa Cicci”
“Dimmi”
“Ma che cazzo ci fai tu in un
posto del cazzo come questo?” e mi guarda stupita di aver rilevato solo in
quel momento la stranezza.
“Ci sono venuto perché vorrei
chiavarmi una tipa che balla latino americano qua”
“Ah. E’ figa?”
“Una giaguara stagionata. Mi fa
sangue”
“Capito. E come procede?”
“Boh” e lei ride.
La Ade è come un fratello per me.
ahhhhhhhhhhhh che meraviglia!!!
RispondiElimina:)
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