Non finiva più ‘sta giornata.
E’ anche lunedì, le ha proprio tutte.
La Ade mi ha chiamato dalla macchina. Sta tornando da Rimini, piove che
dio la manda, è in ritardo, ha appena passato Bologna. Non c’è problema, quando
arrivi, arrivi, vammi piano, va là.
Il tempo di una doccia e di cambiarsi e poi è da me. Ma certo. Adesso
vado anche io a farmi una doccia e a cambiarmi. Mi farò un aperitivo dei miei e
poi arriverà.
E andremo al Tennisclebb a mangiare. A volto scoperto, senza timori.
Perché nella quarta era troianica non c’è più bisogno di nascondersi.
Perché sono cazzi loro, della Ade e di Ruggi.
Il rispettato e cornutissimo Ruggi, che oggi subisce un processo di seria
considerazione incredibile.
Non è più Ruggilammerda, ma è IL
Ruggi, il capo, lo stratega, il boss europeo, the keyman.
Il sopravvissuto d’oro massiccio.
E la Ade è la bella bionda sfrenata e spregiudicata, già inutilmente moglie,
ma ora assistente privata, a vario titolo, compreso quello del sollazzo sozzo.
Non voglio sapere niente, niente, niente, niente, niente.
Ma qualcosa è cambiato e anche pesantemente.
Niente, niente, niente.
“E’ tutta oggi che penso a te
Cicci, mi sento tutta porcona maialona”
“Stasera mi prendo cura del tuo
sederino, amore”
Grugnisce gorgogliando una risatina demoniaca.
“C’ho già il buchino che vuole
aprirsi amore…”
Il buchino.
Già.
E a me tira il cazzino.
Io la adoro, è una bestia animale.
Inarrivabile.
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