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lunedì 20 febbraio 2012

Rimini


Non finiva più ‘sta giornata.
E’ anche lunedì, le ha proprio tutte.
La Ade mi ha chiamato dalla macchina. Sta tornando da Rimini, piove che dio la manda, è in ritardo, ha appena passato Bologna. Non c’è problema, quando arrivi, arrivi, vammi piano, va là.
Il tempo di una doccia e di cambiarsi e poi è da me. Ma certo. Adesso vado anche io a farmi una doccia e a cambiarmi. Mi farò un aperitivo dei miei e poi arriverà.
E andremo al Tennisclebb a mangiare. A volto scoperto, senza timori.
Perché nella quarta era troianica non c’è più bisogno di nascondersi.
Perché sono cazzi loro, della Ade e di Ruggi.
Il rispettato e cornutissimo Ruggi, che oggi subisce un processo di seria considerazione incredibile.
Non è più Ruggilammerda, ma è IL Ruggi, il capo, lo stratega, il boss europeo, the keyman.
Il sopravvissuto d’oro massiccio.
E la Ade è la bella bionda sfrenata e spregiudicata, già inutilmente moglie, ma ora assistente privata, a vario titolo, compreso quello del sollazzo sozzo.
Non voglio sapere niente, niente, niente, niente, niente.
Ma qualcosa è cambiato e anche pesantemente.
Niente, niente, niente.

“E’ tutta oggi che penso a te Cicci, mi sento tutta porcona maialona”
“Stasera mi prendo cura del tuo sederino, amore”
Grugnisce gorgogliando una risatina demoniaca.
“C’ho già il buchino che vuole aprirsi amore…”

Il buchino.
Già.
E a me tira il cazzino.

Io la adoro, è una bestia animale.
Inarrivabile.

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