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venerdì 24 febbraio 2012

Park flam


Che poi vai a sapere delle volte, che io c’ho l’acume di un cassonetto del secco in certe circostanze.
Si fa la mezzanotte, io mi sento un tantino frullato, saluto la Giuliana con due bacini sulle guance impiastricciate e rimando illusorio ad una prossima volta che chissà chi lo sa e se c’è qualcuno che lo sa lo dica.
Salgo in macchina e mando un messaggino alla mia fidanzata, che aveva l’appuntamento con l’avvocato e quelli che forse comperano il relais relax resort e non sapeva quando finiva.
“Finito?”
Plin.
“6 sveglio?”
E’ questo che mi piace della Ade. La prontezza, la lucidità.
No Ade, mando gli esseemmeesse dormendo, con la consolle cerebrale Orion16.
“sto venendo via dal flamingo” scrivo senza maiuscole perché sono cciovane.

“sveltina?” mi scrive.
Che io non capisco, subito, se mi sta chiedendo se mi sono fatto una sveltina al Flamingo o se vuole farsi una sveltina con me. Ma capisco che è essenziale indovinare, per non rovinare quel crudo e sensuale scambio di esseemmeesse basici. E allora decido di rispondere con un’altra domanda, tanto per saggiare il campo.

“dove sei?”
Grandissimo Tazio.
Passa del tempo. Nessuna risposta. Dovrei chiamarla, ma no. Resisto.
E faccio bene.

“vai park flam”
Comandi, ma io non mi sono mai mosso dal park flam. Però nel messaggio avevo scritto “sto venendo via dal flamingo”, giusto. Che donna, che testa.

“ci sono. ti aspetto?”
Plin
“sì”

Mi accendo una Marlborona e aspetto.
E dopo un dieci minuti un condominio bianco col motore di un sottomarino sovietico entra e fa un giro. Cerca da parcheggiare, trova. Scende una Figa Bionda da svenimento, che con la sigaretta in bocca punta diretta verso la mia macchina, impellicciata come un’orsa.
Sale, buttando la sigaretta.
Mi sale addosso e inserisce metri sei di lingua divina nella mia gola, strizzandomi contemporaneamente il pacco.
Ciao Ade, amore, anche tu mi sei mancata tesora.

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