Che poi vai a sapere delle volte, che io c’ho l’acume di un cassonetto
del secco in certe circostanze.
Si fa la mezzanotte, io mi sento un tantino frullato, saluto la
Giuliana con due bacini sulle guance impiastricciate e rimando illusorio ad una
prossima volta che chissà chi lo sa e se c’è qualcuno che lo sa lo dica.
Salgo in macchina e mando un messaggino alla mia fidanzata, che aveva l’appuntamento
con l’avvocato e quelli che forse comperano il relais relax resort e non sapeva
quando finiva.
“Finito?”
Plin.
“6 sveglio?”
E’ questo che mi piace della Ade. La prontezza, la lucidità.
No Ade, mando gli esseemmeesse dormendo, con la consolle cerebrale Orion16.
“sto venendo via dal flamingo”
scrivo senza maiuscole perché sono cciovane.
“sveltina?” mi scrive.
Che io non capisco, subito, se mi sta chiedendo se mi sono fatto una
sveltina al Flamingo o se vuole farsi una sveltina con me. Ma capisco che è
essenziale indovinare, per non rovinare quel crudo e sensuale scambio di
esseemmeesse basici. E allora decido di rispondere con un’altra domanda, tanto
per saggiare il campo.
“dove sei?”
Grandissimo Tazio.
Passa del tempo. Nessuna risposta. Dovrei chiamarla, ma no. Resisto.
E faccio bene.
“vai park flam”
Comandi, ma io non mi sono mai mosso dal park flam. Però nel messaggio
avevo scritto “sto venendo via dal
flamingo”, giusto. Che donna, che
testa.
“ci sono. ti aspetto?”
Plin
“sì”
Mi accendo una Marlborona e aspetto.
E dopo un dieci minuti un condominio bianco col motore di un
sottomarino sovietico entra e fa un giro. Cerca da parcheggiare, trova. Scende
una Figa Bionda da svenimento, che con la sigaretta in bocca punta diretta
verso la mia macchina, impellicciata come un’orsa.
Sale, buttando la sigaretta.
Mi sale addosso e inserisce metri sei di lingua divina nella mia gola,
strizzandomi contemporaneamente il pacco.
Ciao Ade, amore, anche tu mi sei mancata tesora.
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