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sabato 17 marzo 2012

Venrdì sera - Pensieri e parole


Casino, tanto casino, casino infernale che quasi non si riesce a parlare, dentro al wine bar.
“Se io ci metto una bottiglia, tu ci metti due bicchieri?” mi urla a un tratto. Eh beh sì che ce li metto, che discorsi, ma ci voglio mettere pure la bottiglia, aspetta, ma non faccio a tempo e zinf zanf mi ritorna davanti con una bottiglia di Barnaut e allora via. Passeggiamo lenti verso casa mia, con lei che regge il Barnaut come fosse una creatura mentre dall’alto dei sandali fighissimi mi racconta in che cazzo di casino si trova a Milano. Saliamo le scale mentre continuo ad ascoltarla, poi entriamo e preparo un secchiello di fortuna con tutto il ghiaccio che c’ho, facciamo passare i cinque minuti da protocollo e poi stappiamo.
Panoramiche in cui emergono le verità sulla Lercia, Mayhem (un sito collettore di fotografi e modelle di tutto il mondo) e un fotografo puttaniere e cocainomane, la Frank scoppiata, la prostituzione e avverto un dolorino allo stomaco e il fatto di avvertirlo mi disturba.

Rotolano.

Le sue parole rotolano rotonde senza pudore ed io la ascolto attentamente, senza che mai per un solo secondo comparisse il claim di questo ultimo periodo: non me ne frega un cazzo. Mai. Perché mi interessava proprio sentirla parlare e ragionare e mi interessava esporle il mio punto di vista, quando richiesto, ma a volte anche quando non richiesto, considerato che veniva accettato con piacere.
Poi, dopo ore, non riesco a sottrarmi al mio turno ed allora decido che parlo. Finalmente. Parlo e lei mi ascolta con la medesima attenzione e io vuoto il sacco.
Esce tutto dalla mia boccadoro: la Domi, la Ade, la Giulia, la Aledellapale, la Ines, l’orgia mancata, la quadriglia, la schifosa Susy che chiava benissimo, il Costa, i lampi violenti di omosessualità, la Betta, la Squaw, la missione vuoto pneumatico, le puttane e lo stoicismo dell’abnegazione autarchica.

E lei, al punto dello stoicismo dell’abnegazione, giunge le mani sorridendo e le scuote chiedendomi, divertita ed incredula, il perché. E io glielo spiego più dettagliatamente.
E lei mi dice che sono matto. E io concordo, dicendole però che è una scoperta assai tardiva.
E allora mi espone la sua interpretazione, che in un certo senso regge.
Dice che non è attraverso lo stoicismo dell’abnegazione che si può migliorare la qualità pessima delle persone con cui ci si interfaccia. Dice che non occorre quello, ma semplicemente un’amplificazione delle frequentazioni con selettività critica. Dice che non è che, siccome a uno piace scopare, dio lo punisce e lo attornia di teste di cazzo. E’ che costui si focalizza solo sulle scopate e non cerca niente di meglio.
In particolare, continua, se poi uno per attuare lo stoicismo dell’abnegazione si rinchiude in casa a tirarsi ventitre seghe in un giorno (e dice “wow”, sorridendo e interrompendo l’esposizione) non ha risolto nulla, a meno che non sia certo che quando esce per andare a scopare, le persone interessanti suonino al suo campanello. Ma anche il quel caso, farsi trovare nudo col pisello duro in mano non aiuta all’instaurazione di nuovi rapporti fertili sotto il profilo umano. E poi ride.

Cioè, mi prende pel culo. Ed ha ragione.
Mi dice che sono un drammaturgo anacronistico, mi dice che so addensare tragedia là dove basterebbe la levità di un battito d’ali di farfalla per passare oltre. E’ vero. Mi dice anche che, al contrario, con la levità di un battito d’ali di farfalla supero disinvoltamente questioni che, magari, meriterebbero di essere analizzate con maggior attenzione e impegno. E’ vero.

“Sono un coglione totale, insomma” chiedo attendendomi smentita.
“Ehhh no! Ti piacerebbe essere un coglione totale eh? E invece no, non lo sei, mi spiace se ho fatto naufragare il tuo prossimo dramma” e ride battendo le mani, seduta all’indiana, piegandosi all’indietro.
“Oh Squinzy, massimo rispetto qui”
“Ok Papy, scusami” dice sgranando gli occhi e serrando le labbra.
“Papy lo dici a tua sorella puttana, cazzomerda, va ben drammaturgo, va ben tutto, ma del Berlusca non me lo dai”
“Cazzo” dice tappandosi la bocca con tutte e due le mani “scusa compagno Taziosky, non lo farò più” e sghignazza.
Gira ‘na canna, va là, che è meglio che lasciamo stare, sbarbata.
Bella serata.

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