Casino, tanto casino, casino infernale che quasi non si riesce a
parlare, dentro al wine bar.
“Se io ci metto una bottiglia, tu
ci metti due bicchieri?” mi urla a un tratto. Eh beh sì che ce li metto, che
discorsi, ma ci voglio mettere pure la bottiglia, aspetta, ma non faccio a
tempo e zinf zanf mi ritorna davanti
con una bottiglia di Barnaut e allora via. Passeggiamo lenti verso casa mia,
con lei che regge il Barnaut come fosse una creatura mentre dall’alto dei
sandali fighissimi mi racconta in che cazzo di casino si trova a Milano.
Saliamo le scale mentre continuo ad ascoltarla, poi entriamo e preparo un
secchiello di fortuna con tutto il ghiaccio che c’ho, facciamo passare i cinque
minuti da protocollo e poi stappiamo.
Panoramiche in cui emergono le verità sulla Lercia, Mayhem (un sito
collettore di fotografi e modelle di tutto il mondo) e un fotografo puttaniere
e cocainomane, la Frank scoppiata, la prostituzione e avverto un dolorino allo
stomaco e il fatto di avvertirlo mi disturba.
Rotolano.
Le sue parole rotolano rotonde senza pudore ed io la ascolto
attentamente, senza che mai per un solo secondo comparisse il claim di questo ultimo periodo: non me ne frega un cazzo. Mai. Perché mi
interessava proprio sentirla parlare e ragionare e mi interessava esporle il
mio punto di vista, quando richiesto, ma a volte anche quando non richiesto,
considerato che veniva accettato con piacere.
Poi, dopo ore, non riesco a sottrarmi al mio turno ed allora decido che
parlo. Finalmente. Parlo e lei mi ascolta con la medesima attenzione e io vuoto
il sacco.
Esce tutto dalla mia boccadoro: la Domi, la Ade, la Giulia, la
Aledellapale, la Ines, l’orgia mancata, la quadriglia, la schifosa Susy che
chiava benissimo, il Costa, i lampi violenti di omosessualità, la Betta, la
Squaw, la missione vuoto pneumatico, le
puttane e lo stoicismo dell’abnegazione
autarchica.
E lei, al punto dello stoicismo dell’abnegazione, giunge le mani
sorridendo e le scuote chiedendomi, divertita ed incredula, il perché. E io glielo
spiego più dettagliatamente.
E lei mi dice che sono matto. E io concordo, dicendole però che è una
scoperta assai tardiva.
E allora mi espone la sua interpretazione, che in un certo senso regge.
Dice che non è attraverso lo stoicismo dell’abnegazione che si può
migliorare la qualità pessima delle persone con cui ci si interfaccia. Dice che
non occorre quello, ma semplicemente un’amplificazione delle frequentazioni con
selettività critica. Dice che non è che, siccome a uno piace scopare, dio lo
punisce e lo attornia di teste di cazzo. E’ che costui si focalizza solo sulle
scopate e non cerca niente di meglio.
In particolare, continua, se poi uno per attuare lo stoicismo dell’abnegazione
si rinchiude in casa a tirarsi ventitre seghe in un giorno (e dice “wow”, sorridendo e interrompendo l’esposizione)
non ha risolto nulla, a meno che non sia certo che quando esce per andare a
scopare, le persone interessanti suonino
al suo campanello. Ma anche il quel caso, farsi trovare nudo col pisello duro
in mano non aiuta all’instaurazione di nuovi rapporti fertili sotto il profilo
umano. E poi ride.
Cioè, mi prende pel culo. Ed ha ragione.
Mi dice che sono un drammaturgo anacronistico, mi dice che so addensare
tragedia là dove basterebbe la levità di un battito d’ali di farfalla per
passare oltre. E’ vero. Mi dice anche che, al contrario, con la levità di un
battito d’ali di farfalla supero disinvoltamente questioni che, magari, meriterebbero
di essere analizzate con maggior attenzione e impegno. E’ vero.
“Sono un coglione totale, insomma”
chiedo attendendomi smentita.
“Ehhh no! Ti piacerebbe essere un
coglione totale eh? E invece no, non lo sei, mi spiace se ho fatto naufragare
il tuo prossimo dramma” e ride battendo le mani, seduta all’indiana,
piegandosi all’indietro.
“Oh Squinzy, massimo rispetto qui”
“Ok Papy, scusami” dice
sgranando gli occhi e serrando le labbra.
“Papy lo dici a tua sorella
puttana, cazzomerda, va ben drammaturgo, va ben tutto, ma del Berlusca non me
lo dai”
“Cazzo” dice tappandosi la
bocca con tutte e due le mani “scusa
compagno Taziosky, non lo farò più” e sghignazza.
Gira ‘na canna, va là, che è meglio che lasciamo stare, sbarbata.
Bella serata.
Sbarbata, ma mica scema ;)
RispondiEliminaB
Eh no, eh no, eh no.
RispondiEliminaScema non lo è di sicuro, no, no, no.
è bravina, no?
RispondiElimina