“Cazzo, Taz, bella vera” mi
dice avvolta nelle braghe della tuta grigie melange che le marcano
sinfonicamente le chiappe-reliquia.
“Piace? Non mi decido a venirci
dentro. Nemmeno per un week end”.
“Come mai?”
“Mi ci rompo il coglione da solo”
…
“Appena viene caldo ti vedo che
non resisterai dal fare il sexy farmer tutto nudo, abbronzatissimo,
sudatissimo, con gli stivali e il cappellaccio di paglia”
Non ci avevo pensato. E’ un’idea invogliante. Bella vera, come dice
lei.
“Molto gay come immagine”
dico pensandoci ancora.
“Ma la tua è una sensualità gay,
per questo fai impazzire le ‘femmene’. E’ la sfida, capisci? Si vede che sei un
bel po’ culo e le ‘femmene’ fanno a gara per sconfiggere le ‘pazze culattone’
che tanto ti piacciono” e ride a crepapelle osservando la mia aria seria. E
arretra quasi piegata in due, ridendo e schermendosi, mentre avanzo verso di
lei con la faccia da psicopatico fuori controllo.
“No dai Taz, non mi fare male,
scherzavo, scherzavo” vigliacchetta puttanella, che quando la incantono e
la stritolo le viene il cagone di prenderle per davvero.
Però forse c’ha anche ragione.
“Si vede così tanto che sono un
po’ culo?” chiedo, sortendo l’ilarità esilarata.
“Io ti adoro, sei una pazza pazza
pazza!” mi dice scimmiottando una checca.
La sculaccio fortissimo.
Ma poi mi informo “Sono più figa
io o quella schifa di Scarlett Johansson?” e lei si sbellica con la mano
davanti alla bocca.
“Tu” mi dice in un rantolo
mentre le torco il braccio dietro la schiena.
…
“Allora ci veniamo a prendere il
sole nudi, tra un mesetto?” chiedo speranzoso.
“Se sono qui sì, certo, è
bellissimo e tranquillissimo”.
Se sono qui.
La spiega diventa d’obbligo. Cosa bolle in pentola che mi manca?
Bolle che la Squinzychiara ha da tempo in progetto un tour itinerante.
Una sorta di Via Carolingia dei tempi moderni, che prevede alcuni giorni a
Berlino da un amico, alcuni giorni a Parigi da un altro amico, alcuni giorni a
Londra, da un’amica. Alcuni è ancora
un numero non quantificabile. Giorni, settimane, mesi, boh. Scopo dell’european
tour? Trovarsi da lavorare all’estero. Perché alla fine ha ragione lei, è l’unica
soluzione per recidere il cordone ombelicale con la famiglia e guadagnare da
vivere. Che qui non ci si riesce più.
Avrei potuto dirle di saltare in barca di nuovo, ma ho avvertito con
precisione che lei necessita di qualcosa di più del ripiego (assolutamente dignitoso
e straordinariamente fortunato, visti i pregressi) di un quarantaduenne che i
ventiquattro li ha avuti diciotto anni fa e che quando li ha avuti non avrebbe
accettato una simile offerta manco lui.
Insomma, pur mettendomi un po’ di tristezza, proprio ora che ci siamo ritrovati
così bene, capisco, benedico e se posso aiuto. Bisogna essere realisti. Poi vi
dirò che questa cosa così imminente non sembra, per cui inutile cominciare con
le angosce.
…
“Quanti ricordi con questa
macchina Taz” e sorride aggiungendo “però
dai, è stata una vacanza figa”.
“Molto figa” aggiungo io “che se quest’estate sopprimi i matusa, mi
prenoterei” e ridiamo.
E ritorniamo a casa.
Un po’ pensando alla passata vacanza figa, un po’ pensando alle
prossime vacanze, un po’ pensando al tour europeo, un po’ pensando ai matusa e
a tutte le implicazioni. Insomma, sparsi e non provenienti dallo stesso
cervello, i pensieri che galleggiavano nella Marzedes erano questi.
“Senti, ci vieni fuori con me stasera?” chiedo.
“Uhmmmm….vediamo…vediamo….vediamo…”
e gira la testa guardando in alto con l’indice sulla bocca e gli occhietti
stretti.
Le assesto uno scappellotto.
Fate troppo presto a diventare delle donne, cazzo.
Vi bastano pochi mesi e diventate fighe.
Di testa, oltre che di fisico.
Maledette.
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