La vita è come il buco del culo di una donna disponibile a starci, conosciuta al
bancone del bar. Gli uomini desiderano intensamente di fottere quel buco del
culo che, al bancone, appare la cosa più irresistibile del mondo. Appare come l’elemento
senza il quale l’esistenza non ha senso, quella sera lì. Poi si arriva,
finalmente, ad infilarci dentro l’uccello e lì comincia la selezione. Tutti
quelli che erano convinti di entrarci dentro senza imbrattarsi il cazzo di
merda sono dei perdenti e sono subito fuori gioco. Tutti quelli che sapevano dell’eventualità di
imbrattarsi il cazzo di merda e, pur sperando di uscirne puliti, hanno fatto di necessità virtù e hanno comunque goduto un po’ dell’inculata sono
dei bravi cristi che tirano a campare. Tutti quelli che godono soprattutto per
essersi imbrattati il cazzo di merda, sono i fuori classe.
La Skizza non mi ha fatto una lavata di capo, no. Mi ha solo distrutto
con l’estremo cordoglio. Con il sofferto dispiacere. Mi ha consolidato l’idea
di aver bruciato cinquecentomila buone ragioni per essere sorridente. Mi ha
insinuato lo strisciante dubbio sulla recuperabilità della situazione. Ed io al
telefono ho detto che niente e nessuno avrebbero recuperato la situazione. Poi ci
siamo salutati.
E sono rimasto lì come un coglione, in mutande e calzini, con un bourbon-cena
in mano.
Tre ore e diciassette minuti di telefonata.
Non chiedetemi cosa le ho detto, non me lo ricordo neanche più, so solo
che per inventarmene di più sarei dovuto ricorrere all’LSD. Mi sono
prostituito, mortificato, meschinizzato, umanizzato, brillantizzato,
provolonizzato, servilizzato, imbalsamato, deformato e negli ultimi tre quarti
d’ora Matissa rideva della corte seducente che le stavo facendo. Conclude dicendo
che “ci siamo chiariti” e che dopo il
primo di maggio, che lei da oggi parte per un week-end extra large, ci ritroviamo io e lei a parlarne ricominciando
da capo e che poi devo offrirle una cena
di scuse.
Ho già capito, Matissa, non temere, ho capito quanto si alza la quota
di costi a mio carico, sì.
Sono un bravo cristo che ti ha fatto credere di essere un fuori classe.
E a te piacciono quelli che, inculandoti, godono più dell’essersi
imbrattati il cazzo della tua merda che di avertelo infilato nel culo, c’era da
immaginarlo.
Mando un messaggino alla Skizza, che era l’una e dieci.
“L’ho chiamata. Situazione
recuperata. Siamo di nuovo in pista”
Dopo due minuti ricevo un essemmesse.
“Supertaz tu sei dio! :-) Ti amo”
Può darsi che io sia dio, sì.
Questo spiegherebbe meglio tutte le bestemmie del mondo.
Ma siamo in pista di nuovo.
Ed è martedì.
Only the braves.
novantuno, va'.
RispondiEliminaLa vigliaccheria paga, si sa.
RispondiEliminadai che non hai bisogno di assoluzioni. e comunque dilettante cagacazzo ubriaca di sé ormai è andata, e what has been seen cannot be unseen.
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