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martedì 24 aprile 2012

Serenità


Siamo il paese coi più bassi salari d’Europa e col più alto costo del lavoro.
Io, se fossi al governo, aumenterei le tasse per far fronte al fenomeno. E porterei la benzina a tre euro. E metterei due tasse sulla casa. E continuerei incessantemente a sostenere che non si investe in Italia per via dell’articolo diciotto. Userei diffusamente il termine “rigore”, non farei nulla contro la corruzione e direi che ci vuole tempo.
Poi, sul più bello, me ne andrei. O farei finta, non so.
Se invece non fossi al governo, ma all’opposizione, chiederei di ridurle, le tasse.
Ma solo in certe zone, come si fa con la dieta, così quei terroni ladri rognosi dimagriscono, orca bestia.
E poi mi rimetterei a pesare i lingotti pubblici nella tana del Gianicolo.
Se invece non fossi né al governo, né all’opposizione e fossi un comico in disarmo, andrei in piazza a raccontare a tutti quello che tutti vivono tutti i giorni e qualora qualcuno mi chiedesse cosa propongo, direi che non lo so, ma che guarderò senz’altro su Internet. “Mica siamo all’età della pietra”, risponderei.
Se invece fossi un sindacalista e la Ministra andasse a spiegare il programma del suo Ministero a moltissimi lavoratori che glielo hanno chiesto per iscritto, mi incazzerei e farei presente alla Ministra che lei me lo deve spiegare a me e che io poi glielo spiego a loro. E mi incazzerei pure coi lavoratori, che se vogliono sapere qualcosa, prima me lo chiedono a me che glielo chiedo a lei e che poi glielo spiego a loro.
Perché questa è la democrazia in un paese moderno, no che ognuno fa civilmente quello che gli pare.
Se fossi il Presidente del Vaticano richiamerei le folle ad una maggiore sobrietà durante le Cresime e le Comunioni.
(Ma come cazzo ci vanno, ‘sti fedeli, alle Cresime e alle Comunioni?)
Se fossi un ex presidente del consiglio darei quarantasettemila euro alla settimana a una futura estetista sfortunata, ma volenterosa, che nonostante i problemi che c’ha si cimenta nella nobile arte del Burlesque, giù in taverna da me.
Se fossi uno sconosciuto onorevole del parlamento e un giornalista mi rivolgesse una domanda scomoda tirerei dritto senza rispondere e dopo un po’ sceglierei tra il farlo menare dalle guardie del corpo o rispondere alla sua domanda “Perché non mi risponde?” con un democratico “Perché non c’ho voglia”.

Se fossi pessimista mi farei tentare dal dire che siamo nella mmerda.
Ma fortunatamente, sono ottimista di natura e, secondo me, se cambiano nome ai partiti tutto andrà a posto.
Non perdiamo la speranza e lasciamo fare a chi è del mestiere.

3 commenti:

  1. Bello passare dalla risata per lo stile dell'esposizione al panico per il contenuto e alla rassegnazione finale per ciò che mi potrebbe riguardare .

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  2. minchia che nervoso, non mi ci far pensare...

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  3. Stampato e appeso sul computer. Così ogni mattina rifletto sui motivi per cui voglio
    mollare questo paese di mmmerda e di assassini. Non c'é pericolo che me ne dimentichi,
    però non si sa mai.

    B

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