La Ale ha interrotto brutalmente i rapporti con la Ade. Non è più fitness manager al relais-relax-resort.
Anche la Giulia se ne è andata e lo sapevo da ieri. E’ rimasta solo la Ila. Ma la Ale crede che sarà questione di poco. La Ade è impazzita completamente, dice. Si crede Anna Wintour, dice. Dispotica, delirante, cattiva, sferzante, mortificante. E dice che quel posto non solo non decolla, ma rischia addirittura di chiudere, a suo avviso. Il catering con cui aveva siglato l’accordo le ha detto che prova un forte disagio a mandare gente e cibo e a riportare a casa tutto intatto e gettarlo. Anche se è pagato. E quindi se entro la fine di gennaio non succede qualcosa, loro danno forfait. Questo ha generato le ire funeste della Ade, ma sia io che la Ale troviamo che la cosa faccia onore al catering, specie considerando la quantità di famiglie al di sotto della soglia della povertà. Gettare camioncini di cibo. Immorale.
Non ha una sola prenotazione per la notte. Non l’ha mai avuta. Quando Ruggero le ha consigliato di contattarmi per una campagna pubblicitaria lei ha risposto che io sono un incapace e che la vera attrattiva del resort è lei e che questo basta e avanza come pubblicità.
Questo spiega perché non mi risponde al telefono, credo. Ma la Ale dice che no, che è perché le piace rimbalzare la gente, perché la dà senso di potere. Lo fa sistematicamente con tutti. E’ da pidocchi rispondere subito al telefono. Vuol dire che sei uno qualsiasi.
Fine dell’amoroso rapporto simbiotico? Assolutamente sì. Dopo la terza crisi non rimaneva che quello.
Mi venivano duemila domande da serva da farle, ma invece ho preferito fargliene una sola.
“Mi fai una sega mentre parliamo?” e lei comincia a farmela.
“Sai cosa mi fa impazzire di te Taz?”
“No, cosa?”
“Tu dici delle cose, io non so, sarà come le dici, sarà come ti vengono in mente, ma ci sono delle cose che dici, come questa, che mi fanno sentire un brivido che mi corre lungo la schiena e sento la voglia di sbroccare…”
“Di sbroccare?” chiedo godendo della salda presa e di quell’indice che mi accarezza la cappella quando arriva su.
“Di fare la maiala” mi sussurra ridendo e baciandomi.
Ma tu sei una maiala Ale. Sei una troia di proporzioni endemiche. Sei una cazzaiola compulsiva.
E questo è, a dir poco, estasiante.
***
Ti vengo tra i piedi mentre continui a vibrarti la tenera e bellissima figa.
Sono quasi le due.
Mi dici che sarebbe meglio che tu rientrassi, perché domattina dalle nove sei con tuo figlio. Non indago.
Ci rivestiamo e scendiamo assieme. Ci baciamo a lungo mentre le macchine si scaldano.
Poi scompariamo entrambi nella notte.
Cazzo.
Mi prende la Ale, mi prende un bel po’.
Che bellissima serata. E che figa siderale.
E pensare che non ci sopportavamo.
Todo cambia.
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