Una volta c’era una tenda canadese, ambitissima, che si chiamava così.
La produceva una ditta italiana, la Moretti. La Zingarella Moretti. Il lusso
sfrenato del campeggio popolare.
La Zingarella a cui alludo, invece, è la Squinzychiara.
Ha operato su Ravenna e ora, a bordo della Citroen C3 usurpata alla
mamma stronza (dice lei) e un po’ puttana (dico io), fa prua verso Milano, dove
arriverà in serata. Mangerà una schifezza e inizierà a scriversi per benino il brief da passare agli altri cazzoni e domattina glielo mollerà sul
tavolo, aprendo le danze alla più triste delle cerimonie: la non comprensione
da parte degli stimatissimi colleghi.
E vabbè, ci siamo passati tutti, il brief
è un’arte che si impara poco poco piano piano come piace a noi.
Noiosità d’agenzia a parte, questa migrazione gitana significa che
l’isolata e remota opportunità di rivederci alla volta di mercoledì naufraga,
perché se domani ammolla il brief, dopodomani/giovedì quelli le ammollano l’adv briefing, quindi come minimo tutto il mercoledì sarà meneghino.
Pazienza.
Staremo a vedere gli sviluppi.
Mi sento stranamente tranquillo e per nulla smanioso ed ansioso e
questo mi stupisce.
Che sia l’inizio di una nuova era di consapevolezza più a misura d’uomo?
Dopo cena medito. E non la chiamo che sta scrivendo.
Mi piace ‘sta cosa.
Non so se si era capito.
Nessun commento:
Posta un commento