Sì, sì, sì. La primavera mi rivitalizza, sì, sì, sì. La campagna mi
piace, sì, sì, sì.
Caldo sulla pelle, birretta Dab cruda, paninetto con posciutto cotto,
formaggio e lattuga, silenzio, uccellini, sole, aria, fiorellini, mi sento
agreste. E bucolico. E aulico. E poetico. E freakettone. Bello.
Nudi al sole, senza etichetta, senza remore, senza niente. La
Squinzychiara siede ad occhi chiusi, capo reclinato all’indietro, gambe aperte,
la fica pelosa, i piedini nudi, che spettacolo. Nessuno che rompe il coglione,
che stranezza. Io adoro questo posto. Io lo a-do-ro.
Lei è talmente bella, così eroticamente inselvatichita, che non resisto
e comincio a menarmelo.
Apre gli occhi, perché avverte il movimento, gira la testa a guardarmi
e sorride. “Mostramela bene” dico in
un sussurro. Perché di fronte a tanto sacro silenzio naturale, viene da
sussurrare. E lei spalanca le gambe oscenamente, ginecologicamente, esibendo, guardandomi
mentre mi alliscio la minchia in suo onore. Sorride, scivola in avanti, si
tiene aperte le gambe. Chi l’ha detto che si deve sempre scopare? Uno davanti
all’altra. Si lecca le dita e le fa scomparire tra le belle labbra rugose,
frugandosi con un sorriso a bocca schiusa.
Che meraviglia. Chiacchieriamo rilassati, molto rilassati, molto,
molto, molto rilassati.
“E’ il paradiso qui, Taz” mi
dice pigra e roca, massaggiandosi la figa.
“Resta qui” le propongo “ti raggiungo stasera”.
“Oh sì dai…” mi dice
tormentandosi la fessura carnosa “passo
per casa, raccatto un po’ di roba e poi faccio la spesa e poi… oh se non è
un’invasione eh Taz, devi dirmelo… “ ma io la zittisco, esortandola a non smettere
di toccarsi e lei sorride buttando la testa all’indietro, ricominciando a
perlustrarsi i buchini.
Non è un’invasione, è proprio una bella idea. Stupenderrima, direi.
“Stabiliamoci qui sino a lunedì”
le dico e lei sorride mordendosi il labbro inferiore.
Che bella pausa pranzo. Pane, birra, cazzo, fica e origano. Cosa posso
volere di più dalla vita? Che cosa?
Un bel cazzo di niente. Ho tutto. Tutto.
E poi veniamo. Violando il silenzio agreste.
Ciascuno per sé perché, anche se non l’abbiamo esplicitamente pattuito,
per farlo come dio comanda ci vuole tempo. E cura. E al momento va benissimo
così, che piace a tutti e due quel gioco aperitivo.
“Devo passare da te a prenderti
qualcosa?” mi chiede aprendo i mobili della cucina spaziale, per vedere
cosa c’è e cosa non c’è. “Mi arrangio,
non ti preoccupare. Andando in ufficio passo a casa e caccio in una borsa la
roba che serve.”
Mi bacia e mi sussurra “Non ti
dimenticare le pomatine…” e poi sorride con gli occhi luridi.
“E tante altre cose…”
aggiungo slinguandola profondamente, palpandola.
Vado pazzo per quella casa con lei dentro nuda.
E’ il paradiso.
Oh sì.
Figata.
Vera.
Sono proprio contento che la casa nella campagna diventi alcova, e bravo Taz.
RispondiElimina;o)
k
Mah, "alcova" credo sia abbastanza riduttivo. Se era per avee un posto in cui ficcare, bastava restare a casa.
EliminaReggia, allora! Taz's kingdom!!!
EliminaBasta non limitarsi ad una regina!
:oD
k
al momento va bene così :-)
EliminaLusso, calma e voluttà. Ottimo. Mi congratulo, collega.
RispondiEliminaB
Grazie, collega, ero certo che condividessimo anche simili sottili piaceri.
EliminaPuoi chiamarlo il Mulino della Fregna, da non confondere con il Mulino della Frega che è qui vicino...Ciao GQ
RispondiEliminaCazzo GQ, sei un Signore.
RispondiEliminaMi vedrei bene nella tua Bottega, come Creativo, anzi come quelli che vendono la Nespresso sono Coffee Specialist, io mi autodefinerei come Idea's Genius....troppo forte...Baci, GQ
RispondiEliminaMh.
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