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giovedì 22 marzo 2012

Primaverili delizie selvatiche


Sì, sì, sì. La primavera mi rivitalizza, sì, sì, sì. La campagna mi piace, sì, sì, sì.
Caldo sulla pelle, birretta Dab cruda, paninetto con posciutto cotto, formaggio e lattuga, silenzio, uccellini, sole, aria, fiorellini, mi sento agreste. E bucolico. E aulico. E poetico. E freakettone. Bello.
Nudi al sole, senza etichetta, senza remore, senza niente. La Squinzychiara siede ad occhi chiusi, capo reclinato all’indietro, gambe aperte, la fica pelosa, i piedini nudi, che spettacolo. Nessuno che rompe il coglione, che stranezza. Io adoro questo posto. Io lo a-do-ro.

Lei è talmente bella, così eroticamente inselvatichita, che non resisto e comincio a menarmelo.
Apre gli occhi, perché avverte il movimento, gira la testa a guardarmi e sorride. “Mostramela bene” dico in un sussurro. Perché di fronte a tanto sacro silenzio naturale, viene da sussurrare. E lei spalanca le gambe oscenamente, ginecologicamente, esibendo, guardandomi mentre mi alliscio la minchia in suo onore. Sorride, scivola in avanti, si tiene aperte le gambe. Chi l’ha detto che si deve sempre scopare? Uno davanti all’altra. Si lecca le dita e le fa scomparire tra le belle labbra rugose, frugandosi con un sorriso a bocca schiusa.

Che meraviglia. Chiacchieriamo rilassati, molto rilassati, molto, molto, molto rilassati.
“E’ il paradiso qui, Taz” mi dice pigra e roca, massaggiandosi la figa.
“Resta qui” le propongo “ti raggiungo stasera”.
“Oh sì dai…” mi dice tormentandosi la fessura carnosa “passo per casa, raccatto un po’ di roba e poi faccio la spesa e poi… oh se non è un’invasione eh Taz, devi dirmelo… “  ma io la zittisco, esortandola a non smettere di toccarsi e lei sorride buttando la testa all’indietro, ricominciando a perlustrarsi i buchini.
Non è un’invasione, è proprio una bella idea. Stupenderrima, direi.

“Stabiliamoci qui sino a lunedì” le dico e lei sorride mordendosi il labbro inferiore.
Che bella pausa pranzo. Pane, birra, cazzo, fica e origano. Cosa posso volere di più dalla vita? Che cosa?
Un bel cazzo di niente. Ho tutto. Tutto.
E poi veniamo. Violando il silenzio agreste.
Ciascuno per sé perché, anche se non l’abbiamo esplicitamente pattuito, per farlo come dio comanda ci vuole tempo. E cura. E al momento va benissimo così, che piace a tutti e due quel gioco aperitivo.

“Devo passare da te a prenderti qualcosa?” mi chiede aprendo i mobili della cucina spaziale, per vedere cosa c’è e cosa non c’è. “Mi arrangio, non ti preoccupare. Andando in ufficio passo a casa e caccio in una borsa la roba che serve.”
Mi bacia e mi sussurra “Non ti dimenticare le pomatine…” e poi sorride con gli occhi luridi.
“E tante altre cose…” aggiungo slinguandola profondamente, palpandola.
Vado pazzo per quella casa con lei dentro nuda.
E’ il paradiso.
Oh sì.
Figata.
Vera.

10 commenti:

  1. Sono proprio contento che la casa nella campagna diventi alcova, e bravo Taz.

    ;o)

    k

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    1. Mah, "alcova" credo sia abbastanza riduttivo. Se era per avee un posto in cui ficcare, bastava restare a casa.

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    2. Reggia, allora! Taz's kingdom!!!
      Basta non limitarsi ad una regina!

      :oD

      k

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    3. al momento va bene così :-)

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  2. Lusso, calma e voluttà. Ottimo. Mi congratulo, collega.

    B

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    1. Grazie, collega, ero certo che condividessimo anche simili sottili piaceri.

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  3. Puoi chiamarlo il Mulino della Fregna, da non confondere con il Mulino della Frega che è qui vicino...Ciao GQ

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  4. Mi vedrei bene nella tua Bottega, come Creativo, anzi come quelli che vendono la Nespresso sono Coffee Specialist, io mi autodefinerei come Idea's Genius....troppo forte...Baci, GQ

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