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venerdì 23 marzo 2012

Stupefacente


Chiamo il Ruggi dalla macchina venendo in ufficio. Devo affrontare l’affair vasca idro con lui.
“Ohi Tazio! Com’è? E’ una bella vita e mezza che non ci sente, come va?”
Eh sì è una vita e mezza.
D’altra parte tu sei emigrato in Lussemburgo, che mi è un po’ giù di mano per venirti a trovare.
“Ah ma non son mica più là io eh” e ride tossicchiando.
“Ah no? E dove sei?” chiedo temendo la risposta.
“A Montecarlo bellezza!” e ride tossicchiando di nuovo.
Eh beh. E dove se no? Quali sono i due posti, in Europa, dove c’è un da lavorare fitto così?
In Lussemburgo e a Montecarlo. Eh beh. Va ben.
Mi chiede del lavoro, gli racconto periferico, gli chiedo del suo, mi liquida con un paio di ossimori, una perifrasi e due tossicchianti risate. Ergo, nessun elemento per tentare di intuire che cazzo sta facendo.
“Oh Ruggi, ma scendi per Pasqua?”
“Ah no Taz, resto qui, faccio venire su mia sorella e il parentado e andiamo al mare” e mi corre la mente alla passerona pelosa della sorella troia e alla cabina e che porcona pazzesca.

Al che approfitto per esporre la mia idea sfolgorante, dettagliando al fine di ottenerne la concessione ruggerizia. Lui mi ascolta silente, poi fa una pausa e mi dice “ ‘Scoltamo, ma te hai preso la residenza là?” che mi gela di ghiaccio.
“No” rispondo “ce l’ho ancora di là”. Pausa.
“Ci sono problemi con la casa Ruggi? Dimmelo eh” incalzo vagamente ansioso.
“Problemi? Che problemi? Io non c’ho problemi, tanto non la venderò mai, di ‘sti tempi, mi va benissimo che ci sei te dentro, però Taz, l’affitto te lo devo chiedere. Per correttezza dei rapporti”
“E ci mancherebbe, cazzo, certo che sì” dico io di getto.
“No, te lo dico perché la Ade mi ha detto che non volevi pagarlo più” e mi viene un’ondata di acidità di stomaco che se avessi avuto la Ade sotto mano l’avrei decapitata.
“La Ade deve parlare per la Ade, non per Tazio. L’idea le è venuta a lei e io le ho detto subito che ero assolutamente contrario. Tanto per capirci Ruggi”
E lui ride. E si compiace che la Ade faccia girare i coglioni anche a me. E ridiamo, anche se non so il perché.

“Allora ascolta. Adesso ti mando un numero di telefono cellulare. Si chiama Fabrizio. Tu lo chiami e gli dici cosa vuoi fare e lui lo fa, che lo chiamo subito io adesso. Lui viene lì, vede, ti fa scegliere e mette su tutto che Fabrizio è bravissimo. Oh non mettere su una minchiata eh, prendi della roba buona, solo Jacuzzi, capito? Un 6/8 posti della Jacuzzi. Fatti far vedere i cataloghi e poi girami le fotine”
Che dico, cazzo sì, ma mi costa una retina un 6/8 posti della Jacuzzi, sicchè dico che (ehem) le cose mi vanno bene, ma non c’ho dei capitali da nababbo e parliamo di 10-12 mila euro solo la vasca.

“Oh ma mi capisci quando parlo?” dice ridendo. E mi vedo costretto a dire di no.
“Cazzo Taz, sei rincoglionito. Ti ho detto di chiamare Fabrizio o no? Tu dei soldi non devi preoccuparti. Basta che chiami Fabrizio”
Esterrefatto ringrazio e mi imbarazzo.

“Quand’è che vieni su a trovarmi, troia?” e ride.
Quasi quasi mi tenti di venire su a esprimerti la mia gratitudine in un modo in cui, dopo, mi esprimerai tu tantissima gratitudine allargata.

Fabrizio, ora.

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